"Gli svantaggi di essere donna":
otto malattie più frequenti (e letali)

"Gli svantaggi di essere donna": otto malattie più frequenti (e letali)

di Maria Pirro
La storia della medicina, dalla ricerca di base alla sperimentazione clinica, nei metodi utilizzati, nell’analisi dei dati e dei bisogni, è tutta al maschile. «Ma, così come il bambino non è un piccolo adulto, la donna non può considerarsi una copia dell’uomo e un approccio androcentrico nelle cure ha condotto a fallimenti diagnostici e terapeutici a scapito della salute», avvisa Lina De Cesare, dell'Asl Napoli 1 Centro. «Finora non si è indagata l'influenza di fattori legati al genere (da quelli ormonali, cognitivi comportamentali agli stili di vita) e non sono state fatte ricerche e sperimentazioni, tenendo conto delle differenze». Il risultato è un'inappropriatezza e un'inadeguatezza diffusa nei trattamenti. 

Per affrontare le diseguaglianze, e colmare questo ritardo, si parla di Medicina di genere nel convegno organizzato oggi, 26 settembre, a Villa Walpole, ai Ponti Rossi: un nuovo approccio, che tiene conto di fisiologia, fisiopatologia e clinica. Ai lavori partecipano il presidente del consiglio regionale, Rosa D’Amelio, il segretario campano Cisl Lina Lucci, l’assessore regionale alle pari opportunità Chiara Marciani e l’assessore comunale alla qualità della vita e pari opportunità, Daniela Villani, con l'obiettivo di inserire questi argomenti tra le priorità nell'agenda della politica sanitaria campana «così come già  avviene in altre regioni italiane». Questioni esaminate, dal punto di vista scientifico, da Domenico Crea  (presidente Osservatorio sanitario di Napoli), Rosa Papa (direttore Tutela della salute della donna, Asl Napoli 1 Centro), Paola Sabatini (coordinatore Gruppo Medicina di genere SIPMEL), Maria Carolina Mayer (direttore della Medicina interna, IV divisione, Cardarelli), Rita Roberti (neurofisiopatologia, ospedale Cardarelli), Antonio Conte (responsabile Rsa H Fontanelle), Ludovica Genna (coordinatrice Politiche di genere Cisl Medici), Maria Cardone (dirigente medico Monaldi), Celeste Condorelli (ad Clinica Mediterranea).

Gli svantaggi di essere donna sono infatti numerosi. E anche i paradossi. Ad esempio. La popolazione femminile consuma più farmaci «ma è studiata rispetto a quella maschile (Franconi et al, 2010). La variabile sesso-genere, inoltre, viene spesso ignorata nella sperimentazione preclinica, sia quando si usano gli animali da laboratorio sia nelle colture cellulari, nonostante le evidenze scientifiche sulle differenze biologiche», spiega de Cesare. Consueguenza: ci sono malattie più frequenti (e con effetti letali) per le donne. Almeno otto.

1. Infarto e malattie cardiovascolari
Uccidono più donne che uomini: il 38 per cento anziché il 25, entro un anno da un attacco cardiaco. Anche per l'ictus il tasso di mortalità è rispettivamente del 25 per cento (per le donne) e del 22 per cento (per gli uomini). Differenze che dipendono da vari fattori: «In particolare, le donne non riconoscono per tempo i sintomi dell’infarto, perché sono diversi da quelli noti per l’uomo di cui si parla ancora quasi in forma esclusiva nei manuali di medicina. Difatti, neppure gli operatori sanitari sanno distinguerli ancora adeguatamente». Non solo: tra le donne Il diabete e l’ipertensione rappresentano elementi di rischio più pericolosi, e quasi mai indagati a fondo.

2. Diabete
Una donna che ne soffre vive in media 8,2 anni in meno delle altre; mentre per gli uomini il tasso si abbassa a circa 7,5 anni. Colpa delle complicanze della malattia, soprattutto quando è associata a problematiche cardiovascolari.

 3. Aterosclerosi
Gli uomini cominciano ad accumulare placche aterosclerotiche già dai 30 anni d'età, le donne godono di una protezione naturale (gli estrogeni) sul lungo periodo. Ma con la menopausa il rischio anche al femminile aumenta rapidamente e, spesso, viene sottovalutato.

4. Tumore del polmone
Ormai la neoplasia è molto frequente, a causa soprattutto del tabagismo: «Il genere femminile ha una minore capacità di riparare i danni dei cancerogeni dovuti alle sigarette. Inoltre, gli estrogeni  rendono la malattia più aggressiva e le ammalate più suscettibili agli effetti collaterali delle terapie».

 5. Bronco-Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)
Questa patologia colpisce di più gli uomini, ma il tasso di mortalità è più alto tra le donne, in particolare  se fumatrici. E i sintomi sono più devastanti, «in quanto peggiore è il danno polmonare e dunque anche le complicanze, ma difficilmente nel genere femminile si avvia per tempo un percorso diagnostico (e dunque terapeutico) appropriato, in quanto si ritiene ancora la BPCO una malattia tipica dell’uomo e basta».

 6. Malattia di Parkinson
Anche il Parkinson è una malattia a prevalenza maschile (2 volte più frequente negli uomini), «ma evolve in maniera più drastica, quando colpisce le donne, perché sviluppano una maggiore disabilità e hanno una aspettativa di vita minore di due mesi».

7. Alzheimer
Al contrario, questa forma di demenza è più frequente nelle donne, che presentano sintomi diversi rispetto agli uomini: deficit più gravi nel linguaggio, maggiore instabilità emotiva e predisposizione a depressione.

8. Depressione
La depressione, come si sa, colpisce di più le donne per una serie di «motivazioni psico-biologiche». Non solo: «Questa patologia è più pericolosa nella declinazione al femminile perché spesso si accompagna - entro un anno dalla sua insorgenza - ad abuso di alcolici e perché molti farmaci prescritti non hanno una corretta azione».

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Settembre 2016, 12:59
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