Cervello in fuga torna in Italia: "Troverò cura per il diabete"

Cervello in fuga torna in Italia: "Troverò cura per il diabete"
Cervello in fuga tornato in Italia. In mezzo una parentesi di 12 anni a stelle e strisce, in cui Paolo Fiorina ha inseguito il suo chiodo fisso: «Cercare la cura per il diabete di tipo 1». Un'avventura cominciata nel giorno del suo 37esimo compleanno, il 12 ottobre 2004. Ora lo scienziato 49enne, Assistant professor dell'Harvard Medical School di Boston, continuerà a farlo a Milano nel neonato Centro per la ricerca pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi, inaugurato oggi all'ospedale Sacco del capoluogo lombardo. Fiorina è professore associato di Endocrinologia all'università Statale di Milano. Una carriera di ricercatore lanciata negli Usa, dove al Boston Children's Hospital dell'Harvard Medical School si è sempre occupato di diabete e delle sue complicanze, cittadino americano da un anno, negli States ha avuto anche una figlia. E alla fine ha capitolato: ha staccato il biglietto che lo ha riportato in patria. «La molla principale è stata la serietà della proposta. Mi è capitato tante volte di essere contattato da istituti italiani ma non avevo mai colto questo e soprattutto non avevo mai visto tanti fondi a disposizione - racconta - Un aspetto importante, perché tu puoi avere tutta la buona volontà che vuoi, ma se non hai i fondi per assumere gente e comperare macchine non fai niente». 

Cervello di ritorno. Il primo, sperano al Centro, di una lunga serie. Ma ancora prima Fiorina era un ragazzo del '67 cresciuto nel mito dei formaggini Invernizzi e di Susanna Tutta Panna. Il destino segue strade curiose. «Da piccolo andavo con mia mamma al supermercato a prendere i formaggini a spicchi nella confezione rotonda. Davano le macchinine in regalo e io ero appassionato di macchinine. Ne abbiamo mangiati tanti, e ora mi trovo a lavorare in un centro che porta il nome dei loro inventori». L'aspettativa adesso «è di riuscire a far bene. Il mio sogno è sempre stato uno solo: trovare la cura per il diabete di tipo 1. Qui o altrove non importa, in linea di principio. Ma sono contento perché probabilmente potrò realizzarlo qui in Italia». Perché il diabete? «È una malattia autoimmune che colpisce i bambini con due picchi di incidenza: il primo a 4 anni, il secondo intorno ai 14. Circa 3 bambini su mille vengono colpiti e non esiste a oggi una cura che non sia la semplice somministrazione di insulina, in grado di impedire la morte da iperglicemia, ma non di rallentare le complicanze né di prevenire la ridotta aspettativa di vita (nell'ordine di 13 anni in meno rispetto alla popolazione generale». Nel nuovo polo milanese, Fiorina sarà in forze nell'area dedicata alla malattia, il Centro internazionale di riferimento per il diabete di tipo 1.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Settembre 2016, 19:45
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