Imprenditrice grazie alle cipolle: ecco come vivere e lavorare grazie ai frutti della terra
Residente ad Alife, un paesino in provincia di Caserta di settemila abitanti, ha deciso cinque anni fa di coltivare le cipolle dopo essere stata costretta a chiudere il negozio d'abbigliamento di famiglia. Grazie a lei le cipolle di Alife sono diventate un Presidio Slow Food. "Il mio futuro - racconta ad HuffPost - lo immaginavo diverso, pensavo che avrei portato avanti l'attività di famiglia e invece ho dovuto chiudere perché il paese si stava impoverendo. Con due bambini piccoli per me è stato un momento drammatico".
Le cipolle sono una specialità di Alife, vera fonte di sostentamento. Questa varietà antica era nota ai romani: si racconta che i gladiatori romani fossero soliti strofinarsi il corpo con le cipolle per rassodare i muscoli e che con i Longobardi, erano usate per barattare affitti e scambiarsi doni. Le sue proprietà aiutano a combattere il mal di testa e a contrastare la perdita di capelli.
Il problema per Antonietta a quel punto era trovare i semi: "Era quasi impossibile trovarli, si stavano estinguendo. Dopo una lunga ricerca ho incontrato una signora di 83 anni che me li ha regalati e dopo poco è morta. Ho capito che dovevo fare presto, prima che di questa coltivazione si perdesse la memoria e anche per lei ho voluto portare a termine questo mio progetto... Molti mi dicevano che con le cipolle non si vive, che nessuno le mangia più, ma alla fine sono riuscita a dimostrare il contrario... In molti hanno seguito le mie orme e hanno incrementato la coltivazione".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Dicembre 2016, 13:00
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