Il Mediterraneo si fa tropicale, centinaia di nuove specie marine: “Molte letali per l'uomo”

Il Mediterraneo si fa tropicale, centinaia di nuove specie marine: “Molte letali per l'uomo”

di Remo Sabatini
Il fenomeno del riscaldamento globale sembra non trovare ostacoli. Gli impegni assunti dalle Nazioni durante la scorsa COP 21 (la conferenza mondiale sul clima) che aveva fatto registrare un piccolo passo avanti verso la riduzioni delle emissioni di CO2 nell’atmosfera appaiono superate dagli eventi, tanto che, la COP 22 ancora in corso, denota e sottolinea l’estrema gravità della situazione climatica mondiale in atto che sta portando allo scioglimento dei ghiacci e al riscaldamento di mari e oceani con il conseguente sconvolgimento naturale che ne consegue.

Così, non è più così strano imbattersi in specie di pesci aliene anche nelle nostre acque. Specie aggressive e, spesso, ben più forti di quelle autoctone, che stanno colonizzando il Mare Nostrum. Con la temperatura dell’acqua che cresce ed un inverno che sembra non arrivare mai, molte aree del medio Adriatico, dello Ionio, fino ad arrivare alle coste libiche e tunisine, greche e turche, si sono trasformate in una specie di prolungamento del Mar Rosso. Pesci multicolori e potenzialmente molto pericolosi anche per l’uomo come il pesce scorpione (Pterois miles) o il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), noti per la loro bellezza ma anche per il veleno, nel primo caso, l’estrema tossicità, nel secondo, si sono inoltrati ben oltre i confini geografici del mare che, solo fino a pochi anni fa, li ospitava.

Traghettati dalle navi che transitano il raddoppiato Canale di Suez, o, più semplicemente, arrivati a nuoto, si sono stabiliti con successo, tanto che si è arrivati a contare oltre 115 specie di pesci, 130 di molluschi, alghe e crostacei in quantità che si sono introdotti nel bacino mediterraneo dove si sono  adattati ai danni di una fauna marina nostrale non preparata a quella che si può considerare una vera e propria invasione.

Già nel gennaio dello scorso anno, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (LUCN) aveva inviato una lettera al Commissario Europeo per L’Ambiente, Karmen Vella, dove si chiedeva di vigilare sull’ampliamento  del Canale di Suez e adottare le misure necessarie così da minimizzare nuove migrazioni di specie tropicali.

I nuovi avvistamenti, anche da parte di subacquei, così come le reti dei pescherecci nordafricani che, solo qualche settimana fa, avevano catturato due piccoli esemplari di squalo tigre (Galeocerdo cuvier) la dicono lunga sui mutamenti in atto anche nel Mediterraneo. Mutamenti con i quali, già da domani, si dovranno  fare i conti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2016, 11:59
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