​Tasse universitarie, quello che c'è da sapere sulla riforma: ecco chi non paga

Tasse universitarie, quello che c'è da sapere sulla riforma: ecco chi non paga
L'anno accademico è cominciato e si avvicina la scadenza per il pagamento della prima rata universitaria Skuola.net ricorda che la ‘no tax area’ sulle iscrizioni all’università è finalmente realtà. Già da quest’anno accademico (2017/2018), per chi ha un Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) al di sotto dei 13mila euro, scatterà l’esenzione dal pagamento delle quote d’iscrizione, al primo anno e a quelli successivi. Anche se, come vedremo, il sistema varia man mano che si va avanti con la carriera universitaria. Skuola.net spiega le novità sulle tasse universitarie per l’anno 2017/2018.

No tax area: le agevolazioni

Ma non finisce qui, perché anche gli studenti con un tenore di vita leggermente superiore potranno comunque usufruire di un regime agevolato. Sempre in base alle norme sulla ‘no tax area’, infatti, gli atenei sono tenuti a individuare dei tetti alle quote richieste per le iscrizioni. Ecco alcuni esempi: per chi ha un ISEE entro i 15mila euro l’ammontare della tassa non potrà superare i 140€, per chi invece ha un ISEE sotto i 20mila euro la tassa dovrà mantenersi entro i 490euro, e così via. In generale, per chi rientra nel segmento contributivo 15mila-30mila euro, la tassa non dovrà superare il 7% della differenza tra ISEE e 13mila euro. Indicazioni di cui le università hanno dovuto tener conto al momento di decidere l’entità delle tasse a seconda delle fasce di reddito.

Università a costo zero: valutato anche il merito

Ma, attenzione, perché la ‘no tax area’ così come descritta sinora vale solo per la prima iscrizione, per l’immatricolazione. Per gli anni successivi entra in gioco anche il merito. Bisogna dimostrare di valere l’investimento economico fatto dal Miur e, di riflesso, dalle università. Così, per essere esonerato totalmente dalle tasse al momento dell’iscrizione al secondo anno di studi, bisognerà aver maturato come minimo 10 crediti formativi (CFU) entro il 10 agosto dell’anno successivo all’immatricolazione. Mentre per usufruire dell’agevolazione anche negli anni a seguire, si dovranno accumulare minimo 25 crediti (CFU) ogni dodici mesi (sempre entro il 10/08).

Tasse universitarie: gli altri tipi di ‘sconti’

Una misura che va ad aggiungersi alle altre forme con cui le università cercano di invogliare i ragazzi a prendere una laurea. Come l’esonero dalle tasse per tutto il primo anno per chi ha preso 100 (anche senza lode) agli esami di maturità e lo ‘sconto’ per chi è arrivato a 95/100. O come le agevolazioni per chi ha più figli iscritti all’università o per chi si trova in situazioni di difficoltà fisica (ad es. portatori di handicap) o sociale (ad es. borse di studio che le Regioni mettono a disposizione e che i singoli atenei possono distribuire tra gli iscritti (per merito, situazione economica o per studenti fuori sede): per il 2017 sul piatto ci sono 217 milioni di euro (+68 mln € rispetto all’anno scorso).

Iscrizione all’università: quando scade la prima rata

E per tutti gli altri? A meno che non siano dovuti passare per i test d’ingresso – ad accesso programmato nazionale o gestiti in autonomia dalle facoltà – anticipando di fatto le procedure burocratiche, ogni università indica una data entro la quale formalizzare l’immatricolazione (anche se, in molti casi, per i nuovi iscritti ci sono delle scadenze diverse, a volte prorogate di mesi) o versare la prima rata delle tasse per gli anni successivi. In genere cade tra la fine di settembre e l’inizio di novembre, quando la didattica entra a pieno regime.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Ottobre 2017, 17:57
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