Si tratta di «un enzima di affidabilità assoluta, che effettua il cambiamento soltanto nel punto stabilito», commenta Anna Cereseto, professoressa del Cibio-Center for integrative biology e autrice dell'articolo che descrive lo studio su «Nature Biotechnology». Gli ambiti di applicazione del «correttore perfetto» evoCas9 non si limitano alle malattie genetiche e ai tumori, ma si estendono agli altri settori non medici in cui il genome editing è ormai essenziale: il miglioramento delle piante di interesse alimentare e degli animali da allevamento.
GIÀ DEPOSITATO BREVETTO Lo studio del Cibio di Trento sulle applicazioni del genome editing ha generato, accanto alla pubblicazione, un brevetto, già depositato e oggetto di interessi molteplici. L'obiettivo del Cibio è ora quello di valorizzare il brevetto derivato dall'invenzione generando ricadute sul territorio trentino. «L'interesse per questa tecnologia - dice il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone - è globale, non è quindi facile trattenerla; stiamo lavorando in molti per partire da casi come questo e fondare il biotech trentino attraendo capitali. È ciò che la nostra Provincia si meriterebbe per aver sempre fortemente creduto nel programma dell'Università che ha generato il Cibio». La ricerca è stata svolta integralmente al Cibio di Trento e ha coinvolto tre unità di ricerca.
Il team vede protagonisti il Laboratory of Molecular Virology con Antonio Casini (primo firmatario), Michele Olivieri, Gianluca Petris, Claudia Montagna, Giordano Reginato, Giulia Maule e Anna Cereseto (senior author e responsabile).
Poi il Laboratory of Computational Oncology con Francesca Lorenzin, Davide Prandi, Alessandro Romanel e Francesca Demichelis (responsabile). Quindi il Laboratory of Transcriptional Networks con Alberto Inga (responsabile).
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Gennaio 2018, 14:19
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