Torino, tassista lascia a piedi un cliente che doveva andare in ospedale per un trapianto di rene: gli mancavano 6 euro

Sabato 9 Marzo 2024, 21:14 - Ultimo aggiornamento: 22:48
Torino, tassista lascia a piedi un cliente che doveva andare in ospedale per un trapianto di rene: gli mancavano 6 euro
di Redazione web
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Lasciato a piedi, in mezzo alla strada, da un tassista che doveva portarlo in ospedale per un trapianto di rene. È il caso di un muratore cinquantenne, originario del Mali, che non aveva con sé i soldi sufficienti a pagare la corsa. Venti euro. Ma lui in tasca ne aveva solo 14, sei in meno di quanto segnava il tassametro quando se ne è accorto. L'episodio è accaduto alle prime luci del 3 marzo scorso a Torino, come è stato raccontato sulle pagine dell'edizione torinese del Corriere della Sera.

Il racconto

Il tassista è stato individuato e le sue generalità sono sono state fornite dal presidente della cooperativa Taxi Torino, Roberto Sulpizi, alla polizia municipale, che indaga su quanto accaduto. Non è stato facile per la cooperativa, che conta circa 1.460 soci su 1.600 tassisti presenti nell'area metropolitana di Torino, risalire al conducente, perché, come spiega Sulpizi, «il cliente è stato caricato a piedi, in un parcheggio e non dopo una chiamata via radio». Kanda, così si chiama il muratore 50enne, da mesi aspettava la telefonata per il trapianto, che è arrivata quella notte. Doveva raggiungere le Molinette. Quando stava per arrivare a destinazione, si è accorto che aveva meno denaro del costo del viaggio.

La cooperativa si scusa

Ha detto al tassista che doveva presentarsi in ospedale per il trapianto; ma probabilmente non è stato creduto. Il tassista a questo punto lo avrebbe scaricato in corso Bramante e sarebbe ripartito con il suo zaino sul sedile posteriore, contenente la documentazione medica per accedere al centro trapianti, che poi è stato ritrovato dalla municipale, il giorno dopo. Kanda ora ha avuto un'altra opportunità: è stato sottoposto al trapianto ed è ricoverato in dialisi. «Ci siamo sentiti - racconta Sulpizi - gli ho chiesto scusa per quanto accaduto. Dovevamo incontrarci, ma i medici lo hanno sconsigliato. Nelle sue parole non c'era rabbia, ma tanta umanità».

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