Roma, apre la Rinascente: griffe, gourmet e i resti dell'acquedotto romano

Apre la Rinascente nel cuore di Roma: griffe, gourmet e i resti dell'acquedotto romano

di Laura Larcan
«Wow, it's the same man!». E' proprio lo stesso uomo. Il turista cinese sorride sbalordito: guarda la grande vetrina su via del Tritone dove spicca in posa la statua iperrealistica in silicone al platino che ritrae lo store manager della Rinascente. La stessa persona che ora sta accanto a lui sulla strada e osserva divertito la sua reazione. Eccolo qua il primo coup de theatre che riserva la nuova Rinascente pronta all'inaugurazione del 12 ottobre: le 7 maxi vetrine su via del Tritone sono allestite da un'artista scenografa Francesca Romana Di Nunzio, con una lunga carriera nel cinema (Dario Argento docet) che per l'occasione ha messo in posa statue iperrealiste ottenute con il calco dal vero di altrettanti lavoratori del nuovo mega store. C'è l'ingegnere del cantiere, l'addetto alla security e l'addetto al ricevimento merci. È da questa mise-en-scene d'autore (anche Andy Warhol iniziò la carriera curando le vetrine di New York) che comincia il viaggio alla scoperta dell'attesissima cittadella dello shopping griffato, che si sviluppa in tutto l'isolato tra via del Tritone e Due Macelli. Un cantiere nel cuore di Roma che in undici anni non poteva che calamitare le curiosità di romani e turisti.
 

LE SCOPERTE
Non fosse altro per le incredibili scoperte archeologiche che sono riaffiorate negli ultimi quattro anni e che oggi sono state musealizzate in accordo con il Ministero dei Beni culturali, offrendo (gratuitamente) lo spettacolo mozzafiato dell'acquedotto Vergine (quello che porta ancora l'acqua alla Fontana di Trevi) del I secolo a.C. L'acquedotto di Vipsanio Agrippa (genero di Augusto) non è la sola sorpresa. La nuova Rinascente, che Il Messaggero ha potuto vedere in anteprima con la guida dell'ad Pierluigi Cocchini, è un virtuosistico spettacolo architettonico dove il design d'autore è al servizio dell'eleganza griffata. L'effetto sorpresa si rincorre in questo raffinato gioco di moduli architettonici (5 edifici connessi). Fuori, le facciate storiche come quinte teatrali: splendida quella su via del Tritone completamente ristrutturata che sfoggia 96 finestre, le sette vetrine e i tre ingressi. Dentro, sei piani che si rincorrono intorno ad un grande atrio a corte centrale con lucernai, che si affaccia su un palazzetto di inizio 900. Sul fronte shopping, se al piano meno uno sfila il design supermarket, il top dell'edificio diventa il tempio del food gourmet (il nippo brasiliano Temakinho, il ViviBistrot, Feudi di San Gregorio, il Main restaurant stellato de La Rinascente) impreziosito da due terrazze panoramiche sui tetti. Nel mezzo, il trionfo delle griffe uomo-donna (niente bambini). Ogni piano ha uno stile personalizzato, i designer hanno osato con travertino, legno, acciaio, ferro, mobili retro e arredi industrial. E la musica: una colonna sonora griffata da un music designer che cambia per fasce orarie. Qualche numero? La bellezza di 14mila metri quadri di spazi espositivi. «L'architettura, la location, il brand insieme devono avere una connotazione personalizzata per la città», spiega Cocchini. «Ecco perché non abbiamo fatto un copia e incolla dello store Duomo di Milano. Vogliamo diventare un luogo di attrazione per romani e turisti».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Ottobre 2017, 09:58
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