Il segretario dem ha lanciato un appello all'elettorato cattolico: «Abbiamo avuto punti di discussione con una parte importante del mondo cattolico» come su unioni civili e biotestamento. «È una discussione che probabilmente vedrà una frattura almeno con una parte del mondo cattolico italiano. Ma da Roma oggi voglio dire alle donne e agli uomini del mondo cattolico di questo Paese di riflettere bene su cosa avverrà: faccio un appello alle persone che vivono le parrocchie e la realtà associativa. Siamo al bivio: il centrodestra non è a trazione moderata».
Ospite di Lucia Annunziata, inoltre, Renzi ha commentato l'endorsement di Prodi per Gentiloni: «Essere primo partito e primo gruppo è un obiettivo a portata di mano: la mobiltazione di Roma oggi è stata quasi commovente». Ieri «è successa una cosa molto importante: Prodi ha detto parole chiare sulla coalizione di centrosinistra, mentre la sinistra radicale ha fatto la scissione che rischia di far perdere la destra.
Non posso che esserne contento: non c'è alcuna preoccupazione personale». Non ha sofferto il fatto che Prodi non l'abbia citato dal palco di Bologna, non riconoscendo i suoi risultati? «Quello che abbiamo fatto non lo cancella nessuno. Che sia riconosciuto o no, i risultati di questi anni restano sul tavolo». E ancora, su Gentiloni: «Il premier potenziale lo decide il presidente della Repubblica. Ma chi ha fatto il presidente del Consiglio come Paolo Gentiloni è chiaro che potrà giocarsi le sue carte anche in futuro. Ma noi non litigheremo mai anche perché a sinistra litigano già abbastanza gli altri».
Poi un commento sul caso rifiuti e tangenti che ha portato De Luca jr alle dimissioni: «Un gesto personale che lui ha fatto con grande serietà, grande rispetto perché dice di non aver fatto niente. Penso e spero che querelerà Di Maio che gli ha dato dell'assassino e spero che Di Maio rinunci all'immunità parlamentare, se è un uomo». De Luca jr «è stato molto serio, si è dimesso perché abbiano un alibi in meno: Di Maio si è buttato sulla prima inchiesta...».
Infine, Renzi ha fatto accenno al caso De Falco, accusato dalla moglie sul Corriere della Sera di aver aggredito lei e la figlia. «Noi non cavalcheremo la schifezza che abbiamo visto» nel M5s ma «se c'è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, su quello tutti insieme si dica no - ha detto il segretario Pd - Sulla violenza non si scherza. Non possiamo rischiare di avere i nostri rappresentanti a quel livello lì. La lotta alla violenza contro le donne deve essere patrimonio di tutti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Febbraio 2018, 10:20
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