Migranti, Mattarella: "Serve fermezza in Europa". E avverte gli altri Paesi: basta battute
«È una discussione collegiale, seria e responsabile, quella che chiediamo, senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali», ha proseguito il capo dello Stato parlando della crisi dei migranti e delle politiche di chiusura di alcuni Paesi europei.
«Se l'Italia è, nel Mediterraneo, frontiera d'Europa, all'europeizzazione del salvataggio di vite umane in mare - che ha visto il nostro Paese ricordare ad altri, attraverso l'esempio, quali fossero i principi e i valori che costituiscono le fondamenta stesse della civiltà d'Europa - deve corrispondere l'europeizzazione dell'accoglienza di chi ha diritto, ma anche l'europeizzazione dei rimpatri e la predisposizione di canali legali di immigrazione. Si tratta di elementi tutti essenziali, che devono essere inseriti in un quadro comune al livello continentale. È una discussione collegiale, seria e responsabile, quella che chiediamo, senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali», ha aggiunto Mattarella.
«Il mondo di oggi non può essere considerato un'arena nella quale siano in brutale competizione sovranità impugnate come clave in una logica di antagonismo o addirittura di scontro», ha sottolineato ancora. «I problemi hanno una dimensione natura che travalica le capacità persino dei Paesi economicamente o militarmente più forti. In tal senso l'antistorico richiamo alla autosufficienza rappresenta uno schermo che si rivelerebbe tanto illusorio quanto fragile».
«L'interesse nazionale è sempre, naturalmente, per tutti, un obiettivo al quale tendere. Pensare, tuttavia, che esso coincida con una sorta di angusta chiusura in se stessi è un errore gravido di conseguenze pericolose. Avere uno sguardo lungimirante è una lezione che l'Italia ha appreso sin dal percorso che la condusse all' unità nazionale. Vale anche per i momenti di confronto all'interno delle comunità in cui ci riconosciamo», ha poi continuato Mattarella.
Anche in seguito alla «fase di ripresa» del Paese, è «necessaria un'accurata riflessione sulle direttrici di base della politica estera dell'Italia. Dopo anni di crisi economica e di stagnazione, grazie ad uno sforzo congiunto che ha fatto leva, prima di tutto, sui sacrifici degli italiani, il Paese ha registrato una graduale inversione di tendenza che si è rafforzata nel tempo e che ha assunto, negli ultimi mesi, un ritmo finalmente più consistente», ha osservato poi Mattarella.
«È ora indispensabile e urgente conseguire l'obiettivo di "mettere in sicurezza" questo andamento, attraverso una decisa azione "di sistema" alla quale la diplomazia è chiamata a fornire un contributo di grande importanza. Il Paese ha bisogno delle vostre energie per trasmettere e far recepire un messaggio chiaro sui numerosi, positivi cambiamenti che si sono prodotti nel nostro Paese, a partire dal percorso di riforme posto in essere e in atto, dalle misure adottate per rendere solido il sistema bancario, nonché dai dati incoraggianti che registriamo nel nostro interscambio, a dimostrazione del valore e della costante vitalità del "Sistema Italia", ha proseguito Mattarella.
«Così è accaduto nell'ambito del confronto relativo alla governance economica, che ci ha allontanato da una situazione di pesante squilibrio dei conti pubblici e ci ha permesso di usufruire di una flessibilità che ha contribuito alla ripresa degli ultimi tempi. La strada è quella di un sano equilibrio tra riforme e riduzione del debito, consapevoli del rapporto esistente tra risanamento e crescita», ha continuato il presidente della Repubblica.
«Il mondo non è un menù nel quale poter scegliere, a la carte, le cose che piacciono, scansando quelle che disturbano. Queste ultime continueranno a fare irruzione nella nostra vita quotidiana sinché non saranno eliminati i fenomeni che le provocano. L'obiettivo - che costituisce una delle principali ragioni d'essere del vostro quotidiano prezioso lavoro - è dunque, attraverso una tessitura attenta e capillare, sollecitare i nostri amici nell'Unione Europea al comune impegno di affermare le ragioni dei valori della nostra civiltà a livello internazionale», sono state ancora le parole del presidente.
«In un momento nel quale - da più parti - le spinte verso il protezionismo si fanno più assertive, mettendo a rischio la crescita mondiale, è l'Europa nel suo insieme a dover reagire, attraverso comportamenti coerenti che garantiscano ai nostri soggetti economici di poter operare in libertà e in sicurezza, agli investitori di poter agire protetti da norme eque e condivise, ai consumatori di essere tutelati e di vedere i propri diritti rispettati. Non possiamo omettere di ricordare la decisa spinta che il nostro Paese ha dato per lo sviluppo della dimensione europea di sicurezza e difesa», ha detto ancora Mattarella.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Luglio 2017, 18:13
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