Mastella assolto, lacrime in tv: "Fatto fuori dai servizi segreti"

Mastella assolto, lacrime in tv: "Fatto fuori dai servizi segreti"

di Francesco Lo Dico
«Non furono i giudici ma i servizi a farmi fuori. Nessuno dei miei colleghi ministri mi mostrò solidarietà, tanti mi trattarono come un nipotino di Belzebù». A ventiquattro ore dall'assoluzione, ma dopo un'odissea giudiziaria lunga nove anni intrapresa per fatti insussistenti che pure gli costarono l'incarico di Guardasigilli e spezzarono la sua carriera politica tra i clamori giustizialisti, Clemente Mastella è un fiume in piena. Nel salotto di Porta a Porta, a fianco della moglie Sandra travolta anche lei da accuse rivelatesi infondate, l'ex leader dell'Udeur mescola rabbia e lacrime: «Ero un obiettivo facile, uno piccolo e nero, meridionale della Prima repubblica». Ma nonostante il profondo dolore, l'ex ministro spera che la sua vicenda possa indurre il Paese a una profonda riflessione sullo stato della giustizia. «Credo che un Paese in cui uno si alza e finisce in galera - dice - non vada lontano. Ora serve una riconciliazione. No a guerre tra politica e giustizia, ma lavoriamo assieme soprattutto sui tempi del giudizio».
 


Il sindaco di Benevento tuttavia non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Quel gennaio del 2008 che d'improvviso lo vide indagato (e che portò addirittura all'arresto della moglie Sandra, allora presidente del consiglio regionale campano) con l'accusa di concussione ai danni di Bassolino per avergli strappato la nomina di un uomo di fiducia all'Asi di Benevento, brucia ancora. Ma non è solo la giustizia a finire nel mirino di Mastella. «Nessun collega - accusa senza animosità - volle venire in tv a esprimermi solidarietà, anche quella ipocrita. Nessuno tra chi era ministro grazie a me. Solo Chiti mi fu vicino al Senato». E la moglie Sandra subito lo spalleggia. «Abbiamo resistito - dice la Lonardo con voce spezzata - grazie alla grande unità della nostra famiglia».

L'obiettivo resta quello di continuare a fare politica. Le sirene di chi vorrebbe riportarlo sul proscenio della politica nazionale, grazie all'eco dell'assoluzione recente, sono già suonate. Ma Mastella è secco: «Non mi interessa, continuerò a fare il sindaco di Benevento». Neanche una parola su Prodi, il cui governo cadde poco dopo le sue dimissioni da ministro e il ritiro dell'appoggio dell'Udeur al governo. Ma dopo la puntata il sindaco si sarebbe sfogato con parole che tingono di giallo la precoce caduta dell'esecutivo del professore. «Per lui - avrebbe detto Mastella - è comodo dire che cadde per colpa mia. Ma se fosse sincero dovrebbe dire che ci fu una strategia per fotterlo portata avanti da Veltroni. Ma così metterebbe in crisi l'Ulivo e tutta la stagione successiva. Io ero parte lesa».

Gradita la telefonata a sorpresa che arriva quando Mastella è appena uscito dal salotto tv di Porta a Porta. Al cellulare, preannunciato da un assistente, c'è Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia esprime la sua solidarietà a Mastella e signora. Poi il sindaco di Benevento torna a ribadire con forza che dietro l'inchiesta giudiziaria ci fu qualche «manina» oscura. «Ebbi subito la percezione - racconta - che ci fossero di mezzo i servizi segreti, magari deviati. E che vi fosse la volontà di far cadere quel governo. Credo che ci fosse l'obiettivo di colpire me, l'anello più debole, per destabilizzare l'Italia. È certo che chi compete con l'Italia - sintetizza - avesse la volontà di indebolirci». Poi il ricordo torna a quella che fu una sorta di piccola Tangentopoli «ad partitum». «In pochi giorni - rammenta l'ex Guardasigilli - venne messo in galera un intero partito. Come se l'Udeur fosse un'associazione a delinquere. Nemmeno la Dc, il Psi, il Pci dei tempi di tangentopoli ebbero quel trattamento, malgrado la presenza di tangenti. Ora che è arrivata la sentenza - sottolinea in chiusura di trasmissione - sono qui per difendere tutta quella gente comune che mi è stata sempre vicina». Ma nell'incontro con i giornalisti a Benevento, Mastella tuona anche contro la legge Severino. «Va abolita», dice perentorio. «È uno dei guai del governo Monti in quanto sovverte scelte democratiche. Se fossi stato condannato sarei stato sospeso e non avrei trovato più il mio consiglio comunale».

A chiudere, il commento di Antonio Bassolino, proprio colui che sempre aveva escluso di essere stato concusso, ma che l'accusa in questi nove anni di processo non pensò mai di sentire. «Clemente e Sandra Mastella, gli ex assessori Abbamonte e Nocera sono stati assolti: dopo nove anni. Fa piacere, malgrado i tempi troppo lunghi», dichiara l'ex governatore su Facebook. «Ma la domanda da farci - incalza Bassolino - è questa: se domani si riproponesse una vicenda Mastella o X cambierebbe qualcosa nel percorso giudiziario e nel meccanismo mediatico fatto di intere pagine accusatorie? Penso che più o meno sarebbe tutto uguale ed è questo il fatto triste e serio su cui riflettere con serietà, tutti».
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Settembre 2017, 09:39