GRAZIE Abruzzo! Grazie Italia.🇮🇹
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 11 febbraio 2019
Più forti degli attacchi, delle bugie e delle polemiche: da domani al lavoro!😊#elezioniAbruzzo pic.twitter.com/Tyz0Luezko
La vittoria della Lega è insomma un messaggio a livello nazionale. E basta un dato a fotografare l'importanza dei risultati: con questi numeri il centrodestra supererebbe di gran lunga quel 40% necessario per la maggioranza in Parlamento. «È una giornata storica per Fdi e in Abruzzo si afferma un modello esportabile anche a livello nazionale», sottolinea Giorgia Meloni. Ma il leader della Lega, per ora, di tornare alla vecchia «casa» anche a livello nazionale non ne vuol sapere convinto, invece, nel proseguire la sua Opa sull'elettorato del centrodestra.
Il M5S paga non solo la sua idiosincrasia con le Regionali - e il rifiuto a qualsiasi alleanza con altre liste, anche civiche - ma, stando ai risultati, anche la sua esperienza di governo. Il passaggio dal 40% delle Politiche al 19,4% andato ieri alla lista del M5S ha del clamoroso. Con potenziali conseguenze nefaste per l'equilibrio interno del Movimento: l'ala ortodossa, potrebbe farsi sentire già nelle prossime ore aumentando il pressing su Di Maio a cominciare da alcuni voti cruciali, come quelli sul caso Diciotti o sulle autonomie. E il rischio, per Di Maio, è di ritrovarsi stretto tra il pressing del dissenso interno e il crescere - sull'onda del voto in Abruzzo - dell'Opa di Salvini.
«Se arriviamo terzi è un incubo», spiegava venerdì scorso, alla chiusura della campagna elettorale, un esponente M5S a microfoni spenti. Con un appendice: sia Di Maio sia Alessandro Di Battista, in Abruzzo, ci hanno messo la faccia. Con il leader del M5S che, al pari di Salvini e degli altri leader del centrodestra è tornato più volte nella Regione negli ultimi giorni. La partita di Salvini si preannunciava «win-win» e così è stato.
La Lega conferma dunque di essere il traino del centrodestra anche in Abruzzo, Forza Italia si ferma invece al 9%, mentre Fdi - il partito di Marsilio - arriva quasi al 7%.
Un pizzico di delusione filtra nell'alleanza guidata da Legnini che, negli ultimi giorni, sembrava addirittura puntare a una sorprendente vittoria.
Il suo centrosinistra ha poco di Pd e molto di civico e riunisce uno spettro amplissimo di forze, incluse Sinistra Italiana-Leu. E nel 31% incassato dall'ex vicepresidente del Csm la quota presa dal Pd è dell'11%.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Febbraio 2019, 12:07
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