Uccisa la giornalista che accusava Malta

Uccisa la giornalista che accusava Malta
Stefania Cigarini
Quindici giorni fa, la giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia, 53 anni, aveva sporto una denuncia dopo aver ricevuto minacce di morte. Ieri è morta, intonro alle 15, saltando in aria con la sua auto in seguito ad una esplosione così potente che ha disseminato i rottami della Peugeot 108 per decine di metri all'intorno. Così violenta da aver impedito, fino a tarda notte, il riconscimento ufficiale del cadavere. L'attentato è avvenuto Bidnija, vicino a casa della giornalista, nella parte centro-settentrionale di Malta. E con l'isola, con una certa parte dell'isola, la cronista aveva un conto aperto: aveva indagato sul coinvolgimento di personalità maltesi nei cosiddetti Panama Papers. Trasformandolo nello scandalo dei Maltafiles, una inchiesta internazionale indipendente (vi partecipa l'italiano Espresso, per esempio) secondo la quale Malta farebbe da base pirata per l'evasione fiscale per i paesi dell'Unione Europea. Uno dei primi politici ad essere travolto dallo scandalo - con l'accusa di corruzione - è stato Keith Schembri, capo dello staff del premier Joseph Muscat. E Muscat ha immediatamente condannato l'attacco: «Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessun può giustificare questo atto barbaro», ha detto. «Ci sono criminali ovunque si guardi adesso, la situazione è disperata». Lei, invece, nell'ultimo post pubblicato pochi minuti prima di saltare in aria aveva scritto: «Ci sono criminali ovunque si guardi adesso, la situazione è disperata». La versione europea del quotidiano statunitense Politico aveva definito Daphne Caruana Galizia una donna Wikileaks inserendola in una speciale classifica delle ventotto persone che «stanno agitando l'Europa».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Ottobre 2017, 05:00