Italia, Pirlo: "Sono tornato
in nazionale solo per Conte"
di Ernesto De Franceschi
Sì, perché dopo il match di stasera in Sicilia, lunedì ci sarà la trasferta di Malta. Sei punti quasi obbligati verso Euro 2016. Così dal mazzo il ct ha estratto il suo jolly più prezioso: Andrea Pirlo. Dopo la disastrosa eliminazione dal Mondiale contro l'Uruguay, disse davanti a tutti nello spogliatoio che mai avrebbe rimesso piede a Coverciano. Poi il dietrofront. E stasera, complici gli infortuni di Verratti e Thiago Motta, sarà lui a guidare il centrocampo.
Guarda caso contro quell'Azerbiagian che 12 anni fa col Trap in panchina celebrò la sua prima partita in Nazionale. «Conte era l'unico ct al quale avrei detto sì: con un altro allenatore non so sarei stato qui», rivela lo juventino accanto all'allenatore con cui ha vinto a Torino. «Con Conte c'è un progetto, ci sarà da divertirsi e da vincere, al termine di questi due anni», ha proseguito il play che tocca quota 113 presenze in Nazionale, una in più del mito Zoff. «Andrea Pirlo è stato importante per me nel club, e sono sicuro che lo sarà anche in Nazionale», la risposta zuccherosa del ct che in campo durante la rifinitura, davanti a oltre duemila tifosi, aveva anche trovato il tempo per abbracciare la figlia Vittoria.
Un'Italia che si schiererà con il 3-5-2 marchio di fabbrica del ct: in difesa Ranocchia affiancherà il duo juventino Bonucci-Chiellini, in attacco fiducia alla coppia «ignorante» Zaza-Immobile. La novità della vigilia sono due infortuni: una tendinopatia ha costretto al forfait Thiago Motta, decisamente peggio è andata ad Osvaldo che in allenamento ha rimediato uno stiramento di secondo grado che lo terrà lontano dall'Inter per oltre un mese.
Un Conte chiaro anche quando parla del trattato di Cotonou: la possibilità di equiparare i calciatori africani e caraibici ai comunitari non lo convince per niente. «È solo un'ipotesi lontana - sottolinea -. Ben venga il giocatore straniero se porta qualcosa, ma se viene solo per il pubblico e toglie spazio a giocatori italiani, no».
Sotto con l'Azerbaigian, quindi, che in panchina ha una vecchia volpe come il tedesco Berti Vogts, in campo nell'immortale Italia-Germania 4-3 all'Atzeca. Dopo aver detto che i suoi «giocatori sono acerbi, ma non devono tremare davanti agli azzurri», ha lanciato una frecciata: «Italia-Germania 4-3 fu una grande sfida, anche se alcune decisioni furono a nostro sfavore». Nella settimana post Juve-Roma, una polemica di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Ottobre 2014, 18:20
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