«La Mafia a Roma non esiste»

«La Mafia a Roma non esiste»
Davide M. Ruffolo
«La mafia a Roma non esiste». Lo ha dichiarato ieri l'avvocato Bruno Naso, difensore dell'ex Nar Massimo Carminati, al termine dell'udienza con cui si è messa la parola fine al procedimento su Mafia Capitale. Lo stesso penalista ha precisato che nonostante «l'inesistenza dell'associazione di stampo mafioso c'è stata una severità assurda, insolita. Non si è mai visto che su 46 imputati neanche 1 meriti le attenuanti generiche. Quindi sono pene date per compensare lo schiaffo morale che è stato inflitto alla Procura».
Secondo Bruno Naso «questa sentenza ha un difetto che hanno tutte le sentenze degli ultimi anni cioè che serve a fare pulizia sociale. Ma le sentenze non servono a questo, non sono uno strumento atto a perseguire tali scopi. La corruzione e il malaffare nel sottobosco politico non si combattono così». Poi, prima di congedarsi, il prestigioso penalista ha tirato le somme affermando: «Questo processo non so se ha dei vincitori ma certamente ha uno sconfitto e questo è Pignatone».
Dello stesso avviso la figlia Ippolita, anch'essa legale dell'ex Nar, secondo cui «cade anche l'aggravante del metodo mafioso, tutto ciò che era mafia è venuto meno. E' una brutta botta per la Procura di Roma. Carminati l'ho sentito, è molto soddisfatto. Mi ha detto: avevi ragione tu ma io non ci credevo». Dichiarazioni analoghe sono state rilasciate anche dall'avvocato Alessandro Diddi, difensore del ras delle coop Salvatore Buzzi, secondo cui: «Niente mafia, ma un grande sistema corruttivo: è questa, purtroppo, la morale di questo processo».
Inoltre, ha spiegato, «credo che oggi Buzzi sia stato creduto perché altrimenti certe condanne che si basano esclusivamente sulle sue dichiarazioni, il Tribunale non le avrebbe potute fare. Per questo credo che la Procura debba rifare da capo il processo al Mondo di mezzo, che da oggi non si chiamerà più Mafia Capitale».
Di tutt'altro avviso il procuratore aggiunto Paolo Ielo: «La sentenza in parte ci dà torto, per quanto riguarda la qualificazione giuridica, ed in parte riconosce la bontà del nostro lavoro».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Luglio 2017, 05:00