«L'Italia cresce più di tutti» L'Fmi alza ancora il Pil: +1,3%

«L'Italia cresce più di tutti» L'Fmi alza ancora il Pil: +1,3%
Alessandra Severini
Arrivano da New York quando in Europa il sole si sta alzando le belle notizie per l'economia italiana. Il Fondo monetario internazionale, infatti, ha alzato le stime per il Pil italiano, che arriverà a toccare un +1,3% nel 2017 e un +1,0% nel 2018. Una crescita, dunque, che prende finalmente slancio e si avvicina a quella delle altre economie europee. Infatti, tutte le stime per i paesi del Vecchio Continente sono riviste al rialzo: il Pil tedesco crescerà quest'anno dell'1,8%, a fronte del +1,5% della Francia e del +3,1% della Spagna. In Europa frena invece la Gran Bretagna che, alle prese con i negoziati della Brexit, limita la crescita del 2017 al +1,7%. In generale, è il Pil di Eurolandia a correre, toccando, secondo le stime, l'1,9% nel 2017 e l'1,7% nel 2018. La delusione riguarda invece l'economia statunitense con gli analisti che prevedono una crescita del 2,1% quest'anno. La revisione al ribasso riflette le attese di una politica di bilancio meno espansiva mette in evidenza il Fondo, notando come il dollaro sia sotto pressione e sia calato da marzo del 3,5%.
I dati sull'economia italiana fanno sorridere il governo che spera di avere qualche margine in più di manovra nella legge di bilancio d'autunno. Il premier Gentiloni, infatti, commentando i dati ha sottolineato come «un Paese che migliora le previsioni può avere una legge di bilancio e un abbassamento del debito più significativi e importanti». Ma c'è sempre un debito pubblico abnorme, che pesa come un macigno su ogni tentativo di riforma. Il premier infatti avverte che bisogna restare con i piedi per terra: «Se qualcuno si illude che queste macro cifre producano immediatamente conseguenze sul terreno del lavoro, su quello sociale, sulla condizione delle famiglie e sul credito sul territorio fa bene a toglierselo dalla testa, soprattutto nel Governo, perché quelle cifre sono la premessa, non sono il risultato». Detto questo, il governo intende «accompagnare questo percorso e non deprimerlo» e dunque pensa a misure selezionate con cura che possano stimolare crescita e occupazione. Tra queste, ci sarà probabilmente l'intervento sul costo del lavoro, con il dimezzamento dei contributi (dall'attuale 33% al 16%) per 2-3 anni per tutti gli under 35 assunti a tempo indeterminato.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Luglio 2017, 05:00