Giammarco Oberto

Milano aveva l'Ema in tasca. Poi qualcuno ha tradito. E quel franco tiratore sarebbe la Spagna. Il giorno dopo il grande scippo dell'agenzia del farmaco e lo psicodramma collettivo vissuto quasi come un remake della delusione per la cacciata dai Mondiali di calcio, da Palazzo Chigi a Palazzo Pirelli si cerca di capire che cosa sia saltato, durante il voto dei 27 a Bruxelles. Perché quella vittoria che al primo scrutinio sembrava scontata (25 punti per Milano, 20 per Amsterdam) sia poi sfumata fino a una drammatico e jellatissimo sorteggio: due palline in un'urna trasparente, come il gioco del lotto, e la Dea bendata ha preferito l'Olanda. Ma al di là della sfortuna, sono state le cancellerie a intessere alleanze e a indirizzare i voti dei delegati. E la Spagna, all'ultimo, ha girato le spalle all'Italia.
Lo riferiscono fonti vicine al dossier presentato per convincere la Ue: il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis aveva promesso l'appoggio al governo italiano, «ma alla fine Madrid non ci ha votato». Dastis ha negato qualsiasi tensione con l'Italia. Ma ha aggiunto: «Abbiamo parlato con l'Italia della possibilità di arrivare ad un accordo, ma non abbiamo concluso nulla». Il governatore lombardo Maroni, tra i più traumatizzati dalla vicenda, vuole vederci chiaro: «Visto che il voto della Spagna ci avrebbe fatto vincere l'Ema, vorrei sapere quali sono state le richieste avanzate da Madrid. E perché il governo italiano abbia detto no». Quello che è certo, per Maroni, è che «Gentiloni è arrabbiatissimo con la Spagna».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Novembre 2017, 05:00
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