Ironia centrodestra «Blocco, finalmente»

Ironia centrodestra «Blocco, finalmente»
Valeria Arnaldi
Chiusura dei porti italiani alle navi che non battono bandiera italiana e che non fanno parte di missioni europee. Potrebbe essere questa la nuova e drastica strategia adottata dall'Italia per far fronte all'emergenza migranti nel nostro Paese. Almeno, secondo fonti diplomatiche nazionali, questa è la soluzione che si sta valutando nel caso in cui l'Europa non presti un aiuto adeguato a fronteggiare la situazione.
È proprio per chiedere un sostegno concreto ed efficace che il Governo avrebbe dato mandato all'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante presso la Ue, di porre in modo formale e chiaro il tema degli sbarchi al commissario per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Perché, si sottolinea, è «insostenibile» che tutte le navi che effettuano operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale approdino in Italia. Ciò non significa che l'Italia non opererà più salvataggi, ma che dovrà essere ripensato il contributo Ue: non più limitato al soccorso quanto mirato anche all'accoglienza effettiva.
A misurare difficoltà e drammaticità della situazione sono i numeri: ben 12mila i migranti che sono sbarcati soltanto nelle ultime 48 ore nel nostro Paese da 22 navi di soccorso, molte di Ong. E non solo. È la stessa Ue a segnalare ulteriori sbarchi in arrivo. D'altronde, è proprio l'estate, per ovvi motivi, la stagione in cui si registra il maggior numero dei cosiddetti viaggi della speranza.
Immediate le reazioni politiche. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha dichiarato il suo «pieno appoggio» al Governo. Maurizio Gasparri twitta: «Governo medita chiusura porti a navi straniere. Tardiva conversione a blocco navale che chiediamo da anni? Basta sbarchi. Basta Ong. BLOCCO!». Giorgia Meloni rilancia da Facebook la posizione già espressa da tempo: «Subito un blocco navale al largo della Libia per impedire ai barconi di partire, espulsione dei clandestini e concessione della cittadinanza italiana solo a chi ama l'Italia, dimostra di essersi integrato e di condividere la nostra cultura e le nostre leggi».
Una prima risposta arriva dall'Ue. «L'Italia dice Avramopoulos - ha ragione, abbiamo l'obbligo di salvare le vite ma non possiamo lasciare il problema in mano a un pugno di Paesi». E ancora, «L'occasione giusta per affrontare l'emergenza è la riunione informale dei ministri degli Interni europei la prossima settimana». Un'apertura parziale. «Al di là delle operazioni Ue, che non sono in discussione, la questione degli sbarchi è regolata dalla legge internazionale commenta Natasha Bertaud, portavoce Commissione - La Commissione Ue tuttavia ritiene opportuno che qualsiasi cambiamento nelle politiche sia prima discusso e comunicato nel modo giusto, così da dare alle Ong l'opportunità di prepararsi».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Giugno 2017, 05:00