Ha sbagliato l'autista del bus

di Mario FabbroniIl volto provato dall'angoscia di Alessandro Saracino, medico di famiglia a Settimo Torinese, e la sua voce pacata ma rotta dal dolore hanno fatto il giro delle televisioni spagnole. Qui la strage delle studentesse ha soprattutto le sembianze di un uomo: «Ho mandato mia figlia a studiare in un paese amico, me la riporto a casa morta». Gli occhi pieni di lacrime incrociano gli sguardi di tutti quelli che si augurano di non essere mai al posto di questo padre dall'anima spenta, senza più un briciolo di voglia di vivere. La sua Serena avrebbe compiuto 23 anni proprio lunedì.Come si fa a riferirgli le prime parole dell'autista del bus della morte? «Lo siento, me he dormido» (Mi spiace, mi sono addormentato) avrebbe detto ai servizi di emergenza arrivati subito dopo il terribile incidente di Freginals. Così la Spagna si commuove davanti alla tv ma si interroga anche su come sia potuto accadere che 13 ragazze nel fiore degli anni siano state soprattutto travolte dalla negligenza nello schianto sull'autostrada Ap-7. L'autista del bus, 63 anni e mai un incidente prima, ieri ha avuto un collasso: è indagato per omicidio plurimo colposo, si sarebbe addormentato al volante dopo una notte forse trascorsa senza sufficiente riposo alla Fiesta de Las Fallas di Valencia. Loro, le 7 studentesse italiane e le 6 provenienti da altri paesi della Ue, erano tutte dalla parte sinistra del mezzo. Dormivano. molte non avevano le cinture di sicurezza. «Un paese così bello doveva trasportare quei ragazzi in tutta sicurezza - si sfoga ancora il papà di Serena -. Era la nostra unica figlia, vivevamo per lei. Amava molto Barcellona, che però le è costata la vita e ha ucciso anche noi». Le 13 salme sono depositate nel piccolo obitorio di Tortosa, mentre il Parador del Castello è stato trasformato in Centro di accoglienza per le famiglie, indifferenti al quadro suggestivo di questo castello del X secolo agganciato in cima ad una rocca nel cuore cittadino. «Ci vorranno anni per elaborare il lutto», dice il capo della Croce Rossa di Tarragona. Lo sa anche il premier Matteo Renzi, giunto in Catalogna: «Sembra impossibile morire durante l'Erasmus, che è un'esplosione di vita. Oggi è un giorno difficile. E come fai a parlare di primavera con le foto di sette ragazze che ti sorridono dalle immagini dei giornali online, ma che in realtà hanno chiuso gli occhi per sempre?». Un pensiero all'impegno per la sicurezza «che non si fermerà all'approvazione dell'omicidio stradale». Le polemiche sul viaggio del bus della morte spingono il ministro Delrio a sentenziare: «I nostri ragazzi devono spostarsi senza pericoli, mai più di notte».riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Marzo 2016, 00:10