Brasile in crisi, Mondiali a rischio

Piergiorgio BruniROMA - Tutto è iniziato due anni fa con la disfatta nella semifinale del Mondiale di casa ad opera della Germania. Un umiliante 7-1 che ha sgretolato il Brasile. Da lì in poi soltanto figuracce e prestazioni opache. Dalla finalina di consolazione perduta con l'Olanda, passando per le gare di qualificazione a Russia 2018. Oggi, infatti, la squadra di Dunga, richiamato in fretta per il dopo Scolari, arranca pure nel girone sudamericano. Due successi, con Perù e Venezuela, tre pareggi e una sconfitta, la relegano in sesta posizione. Calcolando che le prime 4 accedono direttamente al prossimo campionato del mondo e la quinta spareggia con la vincente dell'Oceania, se le partite finissero adesso, i verdeoro sarebbero out. La performance di ieri notte in Paraguay, ancora una volta, ha evidenziato tutti i limiti dell'undici brasiliano. Di forma, psicologici e, probabilmente, generazionali. Sotto 2-0 e in difficoltà per almeno tre-quarti della gara, ci sono voluti i lampi di Ricardo Oliveira e Dani Alves, in pieno recupero, per ristabilire il pareggio. Un 2-2 utile soltanto per mettere a nudo i difetti di un gruppo che, purtroppo, arranca e s'imbambola. Certo, mancavano Neymar e David Luiz, entrambi per squalifica, ma c'è un dato incontrovertibile e che deve far riflettere: portiere a parte, l'età media dei 13 giocatori scesi in campo ad Asuncion è di 29,3 anni. Tanti, troppi per una nazionale costruita sulle macerie di quella del 2014, che a giugno deve affrontare la Coppa America e, fra due anni, (forse) volare in Russia per i Mondiali.riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Marzo 2016, 23:24