Boccioni tra genio e memoria

Paola PastoriniRiscoprire Umberto Boccioni, partendo dall'album dei modelli, nel centenario della sua morte. Il pittore futurista, scomparso a 34 anni per una caduta da cavallo sul fronte, è protagonista di una sontuosa antologica da domani a Palazzo Reale. Spirito nomade, inquieto, nato a Reggio Calabria, trasferitosi a Roma a 20 anni e poi milanese («è l'unica città aperta al nuovo»), allievo di Balla, dopo un periodo divisionista è stato il firmatario nel 1911 a Milano con Luigi Russolo, Gino Severini, Carlo Carrà e Giacomo Balla, del Manifesto dei pittori futuristi. In quell'anno era già affermato e la mostra Umberto Boccioni. Genio e Memoria (fino al 10 luglio a Palazzo Reale) ripercorre il suo cammino in 280 tra dipinti, sculture, disegni, incisioni e testi teorici, a partire dai 3 diari giovanili scritti fra il 1907 e il 1908. Curata da Francesca Rossi (Castello Sforzesco) con Agostino Contò (Biblioteca Civica di Verona) e da un comitato scientifico che comprende, tra gli altri, Antonello Negri e Aurora Scotti, è sostenuta da prestiti e di importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo, con la chicca di tutti e 60 i disegni del Castello Sforzesco. La novità assoluta è l'Atlante dei modelli sorta di diario visivo o book privato, dove l'artista riuniva e collezionatava le immagini più disparate, da vasi antichi a di piastrelle di grattacieli. Prezioso prontuario iconografico e guida anche alla mostra, divisa in due grandi sezioni, il prefuturismo e il futurismo. E dentro i grandi temi di Boccioni: la donna (seduttrice, romantica); la madre; la solitudine e la disperazione; i paesaggi urbani. Il biglietto di 13 euro consente anche l'ingresso alla mostra Breve storia sul futuro e al Museo del 900. info www.palazzorealemilano.itriproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Marzo 2016, 00:08