Virginia Raggi scatena la bufera politica:
"Dimissioni se indagata? Decide Grillo"

Virginia Raggi scatena la bufera politica: "Dimissioni se indagata? Decide Grillo"

di Flavia Scicchitano
Polemiche sui candidati a poco più di due settimane dalle elezioni comunali. Al centro Virginia Raggi, aspirante sindaco del M5S che, firmando il codice di comportamento pubblicato sul blog di Beppe Grillo, ha accettato di «sottoporre preventivamente le proposte di atti di alta amministrazione a parere tecnico-legale dello staff coordinato dai garanti del Movimento».

In altre parole: Raggi dovrà sentire un ufficio legale per le decisioni più importanti, ad esempio la scelta dei collaboratori. «È una garanzia ulteriore», spiega Raggi. E ancora: «Dimettermi in caso di avviso di garanzia? Deciderebbe Grillo». Ma la polemica infiamma: «Di fatto le decisioni su questa città si realizzeranno a Milano - ha detto il candidato del Pd, Roberto Giachetti - Se i romani cercano un sindaco con le mani libere che decide a Roma e da solo l'opzione è la mia».

«Raggi continua a dimostrare di essere eteroguidata da Casaleggio», scrive il senatore del Pd, Stefano Esposito. «Raggi come Bertolaso, una gaffe al giorno... può fare giusto il sindaco di Topolinia», dice il capogruppo alla Camera di FdI-An, Fabio Rampelli.

Giornata nera anche per la candidata FdI, Giorgia Meloni, e Matteo Salvini. Il segretario della Lega è stato accolto da insulti e proteste al campo rom di via Candoni, dove era in attesa di Meloni, a sua volta bloccata dai militari durante un blitz alla stazione metro Magliana: «Non vogliamo Salvini», «Odio la Lega», hanno urlato alcuni nomadi. Per tutta risposta, il leader del Carroccio ha alzato i diti medi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Maggio 2016, 10:50
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