Non fu sparo accidentale: il vigilante ha ucciso l'ex
per odio irrefrenabile. Su Facebook: "Ti ho amata"
di Davide Manlio Ruffolo
Nella stessa ordinanza sarebbe dimostrata la pericolosità sociale della guardia giurata perché «ha freddato la sua ex compagna non curante della presenza della loro figlia di appena 2 anni facendola assistere attonita alla morte della giovane madre». Per Popeo oltre all'accusa di omicidio volontario è contestata anche la detenzione di 700 gr di marijuana. Una svolta, l'arresto, che fa crollare la ricostruzione del vigilantes, fornita subito dopo l'omicidio: «Non so come sia potuto succedere - aveva detto agli inquirenti - perché stavo mettendo via la pistola ed è partito il colpo accidentalmente». Dopo il ferimento alla testa, la corsa disperata della donna al Policlinico Tor Vergata dove sarebbe morta poche ore dopo. Un racconto che, tuttavia, non aveva convinto gli inquirenti.
In particolare Popeo non riuscì a spiegare, se non con la tesi della dimenticanza, come mai quel giorno, fuori dall'orario di servizio, la sua pistola di ordinanza fosse insolitamente carica. Una tesi che fece drizzare le orecchie agli inquirenti perché l'arma in dotazione al vigilantes, una Beretta semiautomatica, dispone di due blocchi di sicurezza che impediscono ad un colpo di partire accidentalmente salvo che questo sia già pronto in canna. Ad inchiodarlo definitivamente la perizia balistica secondo cui «la vittima, al momento dello sparo, era in posizione eretta e questa, avvertendo la minaccia, ha inclinato il capo in avanti», concludendo che «ciò non escluderebbe che il Popeo e la Meatta si stessero fronteggiando».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Ottobre 2014, 09:40
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