Tre detenuti evadono da Rebibbia: "Si sono calati con un lenzuolo"

Tre detenuti evadono da Rebibbia: "Si sono calati con un lenzuolo"
Tre detenuti sono evasi dal carcere di Rebibbia Nuovo complesso. A quanto si apprende sarebbero tre uomini di nazionalità albanese. Sarebbero evasi calandosi con delle lenzuola all'altezza di una garitta in un luogo dove, in passato, si sono registrate altre evasioni. Stanotte a Rebibbia, dopo il terremoto, sono stati trasferiti i detenuti del carcere di Camerino. 

La triplice evasione - a quanto apprende l'Ansa - si è verificata stamattina tra le 6 e le 6.15. Nel reparto G9 del carcere, dove erano detenuti i tre albanesi, sono rinchiudi detenuti per reati comuni e i cosiddetti «precauzionali», ossia soggetti accusati di violenze sessuali o ex appartenenti alle forze dell'ordine che vanno tenuti separati da altri ristretti. In base alle prime ricostruzioni, i tre evasi sono riusciti a raggiungere il muro di cinta e da qui si sono calati con delle lenzuola. Nella notte erano stati trasferiti a Rebibbia i detenuti del Carcere di Camerino evacuati per il terremoto e in tutto sono 39 le persone spostate nel carcere romano. 

UNO È UN ERGASTOLANO È un ergastolano - a quanto si apprende - uno degli evasi da Rebibbia. I tre, da quanto è possibile ricostruire, sono fuggiti segando le sbarre della cella, che si trova al piano terra della struttura carceraria, e hanno appeso una maglietta per coprire il varco realizzato nell'inferriata. Nei letti avevano sistemato delle sagome di cartone per aggirare i controlli. Quindi hanno raggiunto il muro di cinta e si sono calati con delle lenzuola annodate tra loro e con dei bastoni, probabilmente dei manici di scopa. Uno dei tre è stato condannato all'ergastolo per omicidio, il secondo ha un fine pena al 2041 per tentato omicidio, il terzo un fine pena al 2020 per estorsione e sfruttamento della prostituzione. 

CACCIA AGLI EVASI È caccia, con controlli e posti di blocco, ai tre detenuti albanesi evasi la scorsa notte dal carcere di Rebibbia a Roma. Al vaglio in queste ore le immagini delle telecamere di videosorveglianza del carcere per acquisire elementi utili sull'abbigliamento dei fuggitivi e sulla dinamica della fuga. Da accertare anche se sono andati via a piedi o se c'era qualche complice ad attenderli all'esterno. Secondo quanto si è appreso, si tratta di un 35enne in carcere per omicidio, un 40enne recluso per omicidio in concorso e un 38enne per sfruttamento della prostituzione.



I SINDACATI «Le evasioni a Rebibbia sono il segno che l'attuale amministrazione del sistema penitenziario non funziona: i detenuti sono diminuiti ma eventi critici e reati in carcere sono aumentati. Gli agenti sono pochi, manca il personale». Lo denuncia il segretario dell'Osapp, Leo Beneduci. «Attualmente - afferma il sindacalista - a Rebibbia ci sono 1.370 detenuti, una cifra comprensiva dei 39 arrivati da Camerino. Gli agenti sono 620 quando l'organico dovrebbe essere di 940, quindi c'è un sotto organico di oltre 300 persone». «L'Amministrazione penitenziaria andrebbe commissariata e sostituita con dei manager: basta con i magistrati a cui fine carriera, come prebenda, viene affidato il vertice del Dap», afferma Beneduci. «In questa fase non si riescono a sbloccare le assunzioni perché un concorso è stato bloccato per presunti brogli e l'amministrazione ha deciso di non fare nulla fino a che l'autorità giudiziaria non avrà terminato le indagini né si sta procedendo con l'affidamento degli incarichi a chi già è stato riconosciuto idoneo».

«Si tratta dell' ennesima evasione, da un carcere ritenuto sicuro, ancora una volta frutto della riduzione dell'organico che impedisce di coprire tutti i posti di servizio che sarebbero necessari per garantire la sicurezza dell'istituto». Così Giuseppe Moretti, presidente nazionale dell'Unione sindacati di Polizia Penitenziaria(Uspp) commenta l'evasione di tre detenuti dal carcere romano di Rebibbia Il segretario del sindacato,Ciro Auricchio, punta invece il dito sui sistemi di videosorveglianza: «sono carenti - sostiene - e vanno arruolate nuove unità perché non è possibile pensare che il carcere si possa gestire con le poco personale in servizio soprattutto nei turni notturni e serali». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Ottobre 2016, 11:38
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