Totti e gli affari col Comune di Roma:
milioni di euro da affitti delle case popolari

Totti e gli affari col Comune di Roma: ​milioni di euro da affitti delle case popolari
Le immobiliari di proprietà del capitano della Roma, Francesco Totti, finiscono sotto la lente d'ingrandimento dei pm che indagano su Mafia Capitale. A riportarlo è Il Fatto Quotidiano, che pubblica uno stralcio del nuovo libro di Lirio Abbate e Marco Lillo, Re di Roma.



Nella pubblicazione, riguardante il sistema bipartisan di Mafia Capitale, viene raccontato l'ennesimo scandalo al Campidoglio. La giunta Veltroni, nel 2005, per risolvere l'emergenza abitativa decise di introdurre i cosiddetti Caat, Centri di assistenza abitativa temporanea, dove possono alloggiare tutti coloro che ne fanno richiesta attraverso un bando del Comune.



Peccato che, come troppo spesso accade in Italia e soprattutto a Roma, una delibera del genere, assolutamente necessaria, si sia trasformata in una occasione per far regnare la corruzione e il malaffare, e i Caat siano arrivati a costare ben 43 milioni di euro all'anno.



Il funzionamento dei Caat è piuttosto semplice: società immobiliari e cooperative affittano gli edifici al Campidoglio, che poi li mette a disposizione delle famiglie più bisognose. Spiegano Abbate e Lillo: «Non mancano casi di estrema “concentrazione”. Su 18 strutture a disposizione del Dipartimento Politiche sociali, ben 16 sono delle solite “coop bianche” (…). Alla fine le cooperative vicine a Comunione e liberazione racimolano grazie ai Caat del Comune più di 8 milioni di euro. Secondo il prospetto del Campidoglio, consegnato ai pm nel maggio del 2014 e poi girato al Ros dei carabinieri, Eriches 29 – quindi il versante “rosso” – costa alle casse dell’amministrazione pubblica ben 5 milioni e 179.000 euro, circa 740 euro al mese per immigrato».



A far notizia, però, è soprattutto un edificio a via Tovaglieri, nel quartiere di Tor Tre Teste, periferia est di Roma. Già, perché il palazzo in questione appartiene alla Immobiliare Dieci, una società non gestita direttamente da Francesco Totti, bensì dal fratello Riccardo e dal commercialista Adolfo Leonardi. In questo edificio i locali al piano terra sono stati affittati a privati (c'è un bar e un supermercato), mentre per gli appartamenti, dal dicembre 2008, c'è un accordo di locazione tra la società del capitano giallorosso e il Campidoglio. Il paradosso è che la spesa per l'affitto dell'immobile, circa 900 mila euro all'anno, avrebbe consentito al Comune di Roma di acquistarlo prima che l'Immobiliare Dieci lo ottenesse grazie ad un leasing.



«Quando siamo arrivati qui, gli ambienti erano nuovissimi, ma questi non sono locali adatti a viverci, erano stati realizzati per ospitare uffici» - racconta una famiglia che vive nello stabile di via Tovaglieri - «C'è bisogno di manutenzione ma il responsabile, che conosciamo solo per nome e non per cognome, non si fa mai vedere. Ci sono infiltrazioni dal piano di sopra e siamo circondati dagli scarafaggi, questo edificio sta diventando invivibile».



Tutto qui? Non proprio. Totti, attraverso le sue società immobiliari, avrebbe anche acquistato due palazzi in via Rasella, nel centro di Roma. E questo rappresenta il vero affare per la holding di famiglia, la Numberten, che acquista i due stabili in contemporanea con il palazzo a Tor Tre Teste per una cifra di quasi 11 milioni di euro, un affare considerando che siamo a due passi da via Veneto. Ora, sempre attraverso contratti di locazione, quegli edifici ospitano anche gli uffici dei servizi segreti italiani. E, sempre secondo quanto riportato da Lillo e Abbate, ora nel mirino dei pm romani ci sarebbe il rapporto di amicizia, tra l'altro mai nascosto, tra Francesco Totti e Luca Odevaine, l'ex braccio destro di Veltroni che presiedeva la commissione di gara e si trova attualmente in carcere per lo scandalo di Mafia Capitale.



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Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Marzo 2015, 17:09
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