Sara Di Pietrantonio, parla l'ex che le diede fuoco: "Non voglio sconti di pena"
di Davide Manlio Ruffolo
I legali di Paduano, al termine dell'udienza, hanno riferito che il proprio assistito si è assunto le proprie responsabilità confessando l'omicidio e che hanno chiesto al giudice, di valutare «le attenuanti generiche, senza le aggravanti» tra cui quella della premeditazione. I difensori dell'assassino di Sara hanno anche riferito che «Vincenzo non l'ha mai stalkerizzata e che non sussiste il reato di distruzione di cadavere perché il corpo aveva solo delle ustioni». Tesi diametralmente opposte a quelle espresse dal pubblico ministero Maria Gabriella Fazi, titolare del fascicolo, nel corso della scorsa udienza. In quell'occasione, infatti, il pm aveva chiesto l'ergastolo per l'imputato perché ritenuto responsabile di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di stalking ai danni della giovane e, in ultimo, di distruzione di cadavere.
A decidere sull'esito giudiziario della vicenda, nell'udienza del 5 maggio, sarà il gup Gaspare Sturzo. La vicenda risale alla notte del 29 maggio del 2016 quando, nel quartiere della Magliana, Vincenzo Paduano decide di porre fine alla vita della sua ex fidanzata perché incapace di rassegnarsi alla fine della loro relazione. Così l'aveva spiata per giorni, come emerge dal GPS della propria autovettura, fino a pianificare l'agguato in una via buia e isolata in cui Sara era solita passare per tornare a casa. Pochi attimi con la ragazza che ignara di tutto e alla guida della propria piccola utilitaria, veniva speronata e costretta a fermarsi. Qui il ragazzo dava il via ad una furibonda lite, poi si avventava al collo della giovane strangolandola e, a omicidio ormai compiuto, ne incendiava il corpo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Aprile 2017, 09:09
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