Uccisa dalla grata a Roma, i funerali di Tiziana tra rabbia e dolore

Uccisa dalla grata aperta a Roma, l'addio a Tiziana tra rabbia e dolore

di Adelaide Pierucci

L'indignazione del quartiere era tutta racchiusa in uno striscione appeso fuori dalla chiesa: «Tra le lacrime di dolore, un grido di rabbia. Giustizia per Tiziana». Dentro la cappella solo commozione, i fiori (una corona è stata inviata dal sindaco Raggi), e l'applauso al passaggio del feretro. Portonaccio ieri ha dato l'addio a Tiziana Laudani, morta a 37 anni cadendo in una buca, nella voragine creata da una grata spostata e mai ripristinata, al largo San Giuseppe Artigiano. Dal viceparroco della chiesa di Sant'Atanasio che ha officiato la messa funebre, però, solo un cenno alle cause della tragedia. «Noi uomini siamo capaci di fare cose brutte, ma capacissimi di amare» ha detto don Marco. «Io vedo tanta solidarietà, tanta vicinanza. Gli occhi raggianti di Tiziana poi ci potranno dire». A parlare, invece, è stata la famiglia, nella disperazione del distacco. «Perché? Perché» ha ripetuto urlando il padre della vittima, accasciandosi, a messa finita, nel cortile della chiesa. L'ambulanza che lo ha soccorso ha preceduto così di un paio di metri il carro funebre della figlia diretto a Prima Porta. Poco prima era toccato alla sorella di Tiziana, Ombretta, di svenire sopraffatta dal dolore. «Morta per una grata rubata...Non si può accettare» piangeva. Ma c'erano anche la mamma e il compagno di Tiziana, disperati e increduli. E i vicini, i conoscenti che dicevano tra loro: «Poteva capitare a chiunque. Si sapeva...». Il pensiero di molti però era rivolto al grande assente, al figlio di Tiziana Laudani, Luciano, 11 anni. Troppo piccolo e con troppi problemi di salute per poter affrontare la tragedia. Un bambino con problemi di disabilità che da quella notte del 9 agosto freme: «Voglio mamma. Dov'è mamma?». Nessuno ha il coraggio di dirgli la verità. Dovranno trovare il momento e le parole giuste degli psicologi, così è stato deciso. «Lui e la mamma erano in simbiosi» sussurrava la gente in chiesa.
 
LA CORONA DEL SINDACO
La presidente del Consiglio del IV municipio, che ha assistito alla cerimonia con la fascia tricolore fatta recapitare da un funzionario del Campidoglio e coi braccialetti dei Cinque Stelle al polso, ha promesso un impegno per la famiglia e per il piccolo: «Daremo un aiuto per il bambino» ha detto Roberta Della Casa, «Sulla vicenda poi verificherà la magistratura». «Abbiamo denunciato per anni quel degrado» ha detto l'assessore municipale ai servizi sociali Rolando Proietti Tozzi. Alle spalle del feretro in chiesa una corona di anthurium con fiori rossi e gerbere gialle inviata dal Campidoglio con su scritto «Il sindaco di Roma», un omaggio istituzionale del primo cittadino Virginia Raggi. «La zona pericolosa è stata circoscritta», ha però rilanciato la polemica Mauro Antonini di Casapound Tiburtina,«ma non si può dire che sia stata messa in sicurezza. C'è chi bivacca là intorno. Quelle grate le mettono e le tolgono, le spostano insomma a loro piacimento da anni gli sbandati che vanno a dormire nel parcheggio sotterraneo, nel cantiere abbandonato sottostante». Nel mirino della procura indaga il pm Giovanni Musarò - ci sono però i funzionari municipali addetti alla manutenzione e alla sicurezza delle strade. Due le ipotesi di reato: omicidio colposo e omissione di atti d'ufficio. Il pericolo era stato denunciato con proteste e petizioni, ma nessuno è intervenuto. Così a Ombretta Laudani resta ancora più difficile darsi pace: «Purtroppo mia sorella non sapeva niente di quelle grate killer. Così l'ho sentita l'ultima volta quella sera. E l'ho rivista oggi. L'ho truccata in camera mortuaria. Era irriconoscibile. L'ho truccata per i miei, per non far morire pure loro».
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Agosto 2016, 12:18
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