Retake Roma bonifica Ponte Tazio al Nomentano
di Valentina Conti
«Facebook è il proiettore del nostro messaggio - spiega la fondatrice del movimento Rebecca Spitzmiller - e il “sistema” si muove mediante il coinvolgimento di cittadini, associazioni sul territorio, pubblica amministrazione e imprese che ci sostengono. Nel nome del nostro motto “Clean up speak up”. Esistono 70 gruppi di quartiere». Come funziona diventare “retaker” lo spiega Simone Vellucci, presidente di Retake Roma. «Non ci sono segnalazioni di cittadini. Ci contattano tramite internet e ci si riferisce al gruppo Retake del quartiere. O, se non c’è, si crea. E poi si scende sul campo tutti insieme. Il senso è “Fai qualcosa di pratico”. Siamo aperti a tutti i contributi di qualsiasi associazione cittadina o altro». I Municipi più attivi negli ultimi tempi? «Cinecittà est e il X, Ostia e Casalpalocco. Non è solo pulire un parco. Abbiamo un’ambizione più grande: far essere Roma all’altezza della sua immagine nel mondo, con storie positive. E l’auto-organizzazione è la leva». Così è stato per Francesco, ad esempio, abitante di Montesacro alla sua prima esperienza con rastrello e sacchi («Credo che aiutare il quartiere in cui vivi sia fattibile»). E per tanti altri. A rimboccarsi le maniche, anche Kelly Degnan, l’incaricata d’Affari ad interim dell’Ambasciata Usa a Roma: «Sono qui per collaborare con Retake a dare il giusto lustro alla storia di una grandiosa città. Il senso civico ci muove tutti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Marzo 2017, 20:37
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