Le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale e dal II Gruppo Roma, sono state eseguite nei confronti dei fratelli Fasciani Carmine e Terenzio, ora in carcere. Lo ha reso noto la Guardia di Finanza in un comunicato. Sequestrato il patrimonio aziendale e i beni di 18 società di bar, ristoranti, panificazione, commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari e immobiliare, che si trovano a Ostia, quote societarie, 29 immobili, 5 auto e rapporti bancari. Le indagini hanno preso spunto da due precedenti operazioni eseguite a Ostia.
Per gli inquirenti avrebbero «progressivamente inquinato l'economia legale lidense, attraverso la costituzione e acquisizione di svariate società operanti in diversificati settori, sfruttando numerosi prestanome».
«Obiettivo del clan è stato quello di investire in attività (quali la ristorazione e la gestione di stabilimenti balneari e discoteche) che meglio e più velocemente si prestavano al reimpiego dei proventi illeciti - prosegue la nota - in tale quadro, hanno acquisito numerose realtà imprenditoriali, alcune di recente costituzione, strumentali al mantenimento economico ed una grave egemonia criminale.
In definitiva, è stato accertato come tutti gli investimenti societari individuati facessero capo ad un unico 'centro di interessi occultò, gestito da Carmine Fasciani, adeguatamente supportato dal fratello Terenzio».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Giugno 2016, 14:29
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