Il Pd romano attacca la Raggi: "Altro che 7.5, per noi è da quattro"

Il Pd romano attacca la Raggi: "Altro che 7.5, per noi è da quattro"

di Paola Lo Mele
All’indomani del voto, 7.5, che Virginia Raggi si è data dopo un anno di mandato, il Partito Democratico organizza una conferenza stampa per certificare di contro una sonora “bocciatura” per la giunta a 5 Stelle. «Trovo inusuale che un sindaco si dia i voti da sola: lei si è data un 7.5, secondo noi si assesta su un 4. I fronti scottanti vanno dai trasporti ai rifiuti. - attacca la capogruppo in Campidoglio Michela Di Biase - Noi non vorremmo altro che il sindaco si dimettesse perche’ la citta’ non ce la fa più». I dem puntano il dito contro «i pasticci amministrativi, la confusione, l’inerzia e nessun progetto di sviluppo per il futuro« sostenendo con un gioco di parole che «un anno di Raggi non illumina Roma».

Nel focus sulla squadra del sindaco ricordano i diversi cambi in Comune: «Lo Cicero e De Dominicis mai entrati in campo. Minenna, Muraro e Berdini usciti dal campo anzitempo. Vicesindaco Frongia già ritirato come capo di gabinetto, poi retrocesso allo sport e sostituito con il Jolly dell’assessore alla Cultura Bergamo. Dalla panchina degli staff fanno ingresso in campo a partita iniziata sia Mazzillo, sia Montuori. Dall’agente di giunta Casaleggio arrivano Colomban e Montanari. Vacanti gli assessorati ai lavori pubblici e alla casa».

Dopo un anno «ancora non abbiamo un capo gabinetto - rincara Di Biase - Poi c’è tutta la vicenda che ha riguardato Marra. Il Pd e’ stato il primo a alzare la questione dicendo che c’era una grandissima anomalia». Non più morbido il bilancio tracciato dai consiglieri di opposizione sul fronte dei municipi a guida pentastellata: «Ci sono stati 13 assessori dimissionari, 3 consiglieri dimessi, 3 che hanno cambiato casacca e un’intera giunta andata a casa».

La replica a tono dei 5 stelle arriva dal capogruppo Paolo Ferrara: «Le amministrazioni precedenti hanno distrutto Roma con affidamenti diretti, esternalizzazioni, Mafia Capitale, Parentopoli e una costante pessima gestione politico-amministrativa. Se non ci sono fondi, se nei trasporti abbiamo un parco mezzi vetusto e ridotto all’osso, se i rifiuti vengono inviati all’estero, se più in generale manca un piano di gestione regionale per i rifiuti, se il Governo ha chiuso le porte alla Capitale non è stata colpa nostra. I cittadini sono consapevoli che la situazione ereditata era disastrosa. Abbiamo cambiato rotta».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Giugno 2017, 10:37
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