Aziende Capitali: ecco Gelarmony, ​da 20 anni
il gelato siciliano nel cuore di Prati

Aziende Capitali: ecco Gelarmony, da 20 anni il gelato siciliano nel cuore di Prati

di Lorena Loiacono
Un trionfo di colori e sapori, esposti con arte e maestria tra le vaschette del famoso gelato di via Marcantonio Colonna, in Prati. È lì che Gelarmony ha messo le sue radici siciliane nella Capitale. È lì che 20 anni fa un giovane romano, Marco Ricci, ha aperto la sua gelateria insieme a Salvatore Russo, siciliano doc. Di lì a poco, al gelato e ai dolci tipicamente siciliani è stato affiancato anche il gusto, salato, di Mondo Arancina. Un connubio irresistibile. 

Era il 1996, quando Gelarmony per prima portò nella Capitale i sapori della tradizione sicula. Un successo immediato e destinato a crescere nel tempo. Qual è il segreto? Semplice, basta ascoltare le parole dei clienti: a mezzogiorno in punto, un uomo in giacca e cravatta dei tanti uffici che popolano Prati, si affaccia al bancone e chiede: «Oggi sono arrivati i gelsi?». E da quella domanda si apre un mondo, quello della qualità quotidiana. 

Vuol dire che da Gelarmony arrivano i gelsi freschi di giornata, direttamente da Catania. Introvabili a Roma. Chi conosce quella incredibile gelateria lo sa bene: il gelato, tutti i 60 gusti presenti, viene fatto solo con prodotti freschi e il risultato è inconfondibile.
Leggo, con l'obiettivo del fotografo, è entrato nel laboratorio e ha visto ceste piene di pesche, meloni e fichi freschi pronti a trasformarsi di lì a poco in gelato: fresco, ricco di sapore e di quei particolari che solo un prodotto di qualità può dare. «Il gusto fichi? - spiega Marco Ricci, tra i titolari insieme a Marcello Festa la sua dolcezza dipende dal frutto che abbiamo, più o meno maturo. Se i meloni non mi arrivano freschi, significa che oggi il gelato al melone non ci sarà. Lavoriamo così da 20 anni: l'unico conservante che usiamo è il fresco».

E così vale anche per gli altri gusti come il pistacchio di bronte, gelsomini e cassata siciliana, cannoli, miscialai (termine tipicamente siciliano traducibile con me la sono goduta ed è tutto un programma) e calacausi a base di arachidi che fa impazzire i turisti americani. E poi ancora granite, dolci e torte come la Setteveli e gelati in coppette e coni ma anche nella tipica brioche siciliana che, a Natale, può lasciare il posto al panettone. 
Ogni punto Gelarmony, anche quelli in viale America, in via dei Colli Portuensi e in via Tuscolana, arriva a produrre anche 180 chili di gelato al giorno.

Anche i siciliani, in vacanza a Roma, assaggiando un cannolo al pistacchio assicurano: «È buono come giù». Il segreto è nei laboratori dove chef e pasticceri sono rigorosamente siciliani, gelosi delle loro ricette che custodiscono senza far trapelare troppi dettagli. Il pasticcere di Messina, ad esempio, prepara i migliori cannoli in circolazione. Difficile farsi dire come ci riesce anche se Leggo un dettaglio importante è riuscito a strapparlo: nell'impasto del cannolo, più scuro rispetto agli altri e non certo per l'eccessiva cottura, c'è un pizzico di cacao. Tanto basta per mantenerlo fragrante, nonostante la ricotta, almeno fino a sera. Poi la mattina seguente se ne sforneranno di nuovi, ovviamente. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Luglio 2016, 09:52
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