Equitalia pignora una scuola: il Campidoglio reclama la Tari, ma doveva pagarla

Equitalia pignora una scuola: il Campidoglio reclama la Tari, ma doveva pagarla

di Lorena Loiacono
Cartelle pazze da Equitalia, questa volta è troppo. L’ente riscossore arriva fin dentro le scuole: «Se non pagate la tassa sui rifiuti, pignoriamo». A rischio quindi computer, banchi, sedie e scuolabus, per chi ce l’ha ovviamente. Peccato però che non siano le scuole a dover pagare l’Ama ma il Comune. Lo stesso Comune che, di fatto, sta chiedendo il recupero crediti. E tra i genitori scoppia la battaglia.

La storia, incredibile, è di quelle ingarbugliate tra burocrazia e scartoffie. Andando per ordine, accade che Equitalia da anni chiede i soldi all’istituto comprensivo di via Merope a Tor Bella Monaca (scuola statale e di proprietà comunale) per conto di Ama (azienda partecipata del Campidoglio). I rimborsi richiesti, dal 1999 ad oggi, ammontano a circa 129mila euro. In realtà una legge, la 31 del 2008, prevede che la Tari, l’allora Tarsu, non debba essere corrisposta dalle scuole ma dal Comune di appartenenza che, a sua volta, riceve i soldi dal ministero dell’istruzione. In conferenza Stato-Regioni, sempre nel 2008, si decise inoltre che il Ministero di viale Trastevere si sarebbe fatto carico anche dei debiti pregressi.

Quindi la scuola non deve un centesimo mentre il Campidoglio 129mila euro, compresa l’ultima cartella da 57.800 euro. Eppure Equitalia insiste. «Continuiamo a ricevere cartelle – spiega la preside dell’IC di via Merope, Patrizia Marini – a cui puntualmente rispondiamo chiarendo la nostra posizione. È il Comune, che ha già incassato i soldi dal Miur, a dover pagare. Ma a loro risulta che al nostro indirizzo ci sia un museo o una biblioteca. Assurdo. Aspettiamo quindi che al più presto arrivi la cancellazione della cartella esattoriale».

Al più presto anche perché il rischio per la scuola è alto. «Ci sono istituti – denuncia Massimiliano Ciarrocca, presidente del consiglio di istituto - al Sud soprattutto, che si sono visti pignorare conti correnti, computer, lavagne multimediali e pulmini. Non possiamo stare tranquilli». L’esecuzione forzata del pignoramento, infatti, potrebbe arrivare da un momento all’altro. I tempi per pagare, infatti, sono già scaduti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Gennaio 2017, 09:30
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