Blitz della Finanza nella Scampia romana
Controlli e sequestri a San Basilio

Blitz della Finanza nella Scampia romana Controlli e sequestri a San Basilio

di Mario Fabbroni
Un'organizzazione criminale ma super efficiente. Ecco le caratteristiche peculiari della holding dello spaccio di droga che aveva scelto il quartiere di San Basilio come propria base operativa.



Ma - dopo indagini durate più di un anno - gli uomini della Guardia di Finanza del Comando provinciale della Capitale sono riusciti a mettere fine ai fiorenti traffici, arrendando 23 persone in flagranza di reato. Cui si aggiungono 17 malviventi colpiti gia individuati nell'ordinanza di custodia alla base del blitz: tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. NeAequestrate pure autovetture di lusso per un valore complessivo di 200.000 euro.



Con un giro d'affari superiore ai 4 milioni di euro annui, l'organizzazione aveva una struttura piramidale con al vertice i promotori mentre, alla base, operava un'efficiente rete distributiva di pusher, ribattezzata dai sodali “batteria”, emulando il soprannome adoperato dalla banda della Magliana a enfatizzare il dinamismo del proprio gruppo operativo. Insomma, San Basilio come Scampia, il quartiere napoletano che viene unanimemente considerato come la “piazza di spaccio” più grande d'Europa. La cocaina veniva offerta e venduta 24 ore su 24 ma soprattutto nella fascia serale e notturna, come documentato dai militari nel corso degli appostamenti condotti nonostante la presenza “militarizzata” di ”vedette” che, utilizzando segnali convenuti e parole in codice, erano pronte a rilevare la minima presenza sospetta.



C'era un “codice” per indicare la tipologia delle confezioni di stupefacente in vendita in base al peso: in un apposito centro di stoccaggio. poi, venivano preparate le dosi contraddistinte da una particolare confezione, volta a “certificare” agli acquirenti il proprio “prodotto tipico”. Una volta giunta l'ordinazione, la merce veniva trasportata dai corrieri in alcuni locali nel lotto 17 del quartiere San Basilio, in cui avveniva la consegna agli acquirenti e ai pusher del gruppo: alcuni dei quali deputati alle consegne a domicilio in tutta la Capitale, avvalendosi di auto a noleggio, appositamente attrezzate con doppifondi, il cui costo era a carico dei vertici dell'associazione criminale. La “batteria di San Basilio” aveva un piccolo arsenale di armi, da utilizzare nel caso fossero state necessarie le maniere forti nei confronti di debitori morosi e di altri gruppi concorrenti. L'organizzazione infina sosteneva le famiglie di spacciatori eventualmente arrestati e pagava pure le spese processuali.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Marzo 2015, 09:36
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