Atac e Ama, i dirigenti rimettono il mandato.
Rettighieri: "Sul mio futuro decide il sindaco"

Atac e Ama, i dirigenti rimettono il mandato. Rettighieri: "Sul mio futuro decide il sindaco"

di Paola Lo Mele
Cambiamenti in arrivo nelle aziende romane. Dopo l'elezione della neo sindaco Virginia Raggi (M5S), nelle municipalizzate ci si prepara agli addio e ai nuovi ingressi. È il caso dell'Ama, la realtà che si occupa di rifiuti e igiene urbana dove, proprio oggi, l'intero consiglio di amministrazione si presenterà dimissionario.

«Rimetteremo il mandato nelle mani del nuovo sindaco e adotteremo il documento per il passaggio delle consegne - annuncia il presidente Daniele Fortini -. Insomma, faremo tutto quello che è in nostro potere per permettere al sindaco di esercitare le sue prerogative il più rapidamente possibile». Fortini, insediatosi con l'amministrazione di Ignazio Marino e confermato durante il commissariamento di Francesco Paolo Tronca, spiega che resterà in carica «obbligatoriamente» fino all'eventuale cambio. Rimanere anche con la nuova giunta? «E' un'eventualità che non si è proposta», risponde senza mezzi termini. Anche in Atac, l'azienda dei trasporti pubblici, da domenica c'è fermento, ma la situazione e i toni sono diversi.

Il direttore generale Marco Rettighieri, arrivato di recente, conferma quel che aveva preannunciato in un'intervista a Leggo: oggi «rimetterò il mandato nelle mani dell'amministratore unico Brandolese, nominato dal Comune. Penso sia un gesto istituzionale, elegante ed apprezzabile. Questo non vuol dire dare le dimissioni - chiarisce -. Aspetterò di essere contattato dalla nuova amministratore. Se sono disposto a restare? Sono valutazioni da fare a suo tempo, non metto mai il carro davanti ai buoi...».

Alberto Irace, amministratore delegato di Acea, la multiutility quotata in borsa a maggioranza pubblica, si dice «non preoccupato: non lo ero» prima delle elezioni «e non lo sono ora. Nei prossimi giorni immagino sarà necessario avere un confronto sereno e lo promuoveremo sicuramente perché rientra nei doveri del management interloquire con tutti gli azionisti. In ogni caso, abbiamo un piano industriale che porteremo avanti con il rigore e la serenità di sempre. Il Cda andrà in scadenza, c'è una legge e c'è la prerogativa dell'azionista».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Giugno 2016, 09:14
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