Europarlamento, Tajani eletto presidente con 351 voti

Europarlamento, Tajani eletto presidente con 351 voti
Antonio Tajani, del Partito popolare europeo, è stato eletto presidente del Parlamento Ue con 351 voti dall'Assemblea di Strasburgo, contro i 282 ottenuti dal candidato socialista Gianni Pittella nel ballottaggio tra i due.

Applausi, abbracci e strette di mano degli eurodeputati in aula a Strasburgo all'indirizzo di Tajani. Lungo abbraccio anche con l'avversario, il socialista Gianni Pittella che si è avvicinato per salutarlo e congratularsi.


Nel secondo scrutinio Tajani, candidato del Partito popolare, era sempre avanti con 287 voti. Marcello Pittella, sostenuto dai socialisti, a quota 200, Forenza 42, Lambert 51, Rebega 45, Stevens 66. Nessuna nuova candidatura per il terzo scrutinio e nessun ritiro. Al primo scrutinio Tajani aveva preso 274 voti, Pittella 183, Stevens 77, Lambert 56, Forenza 50 e Rebega 43.

Stamani una riunione tra i vertici dei Popolari, dei Liberaldemocratici e dei Conservatori aveva portato a un accordo in sostegno alla candidatura di Tajani alla presidenza, dopo l'addio di Martin Schulz che ha deciso di tornare alla politica tedesca. Il candidato liberale dell'Alde Guy Verhofstadt, sempre in base alla stessa intesa, aveva invece ritirato la sua candidatura.

Il voto di oggi potrebbe avere ripercussioni a catena sulle altre istituzioni dell'Ue, Commissione e Consiglio europeo. Ora che infatti a prevalere alla fine è stato il favorito del Ppe Tajani i socialisti non potranno che dare battaglia per una delle altre presidenze, detenute al momento da altri due popolari, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. Una situazione inaccettabile, hanno ribadito i socialisti. Che però potrebbe essere risolta solo su un altro tavolo, quello delle cancellerie degli Stati membri dell'Ue.

Nell'aula di Strasburgo, in ogni caso, una competizione come questa non si era mai vista negli ultimi anni. Da quando il parlamento è eletto a suffragio universale, vale a dire dal 1979, i presidenti sono quasi sempre stati scelti grazie a patti tra i gruppi politici, che spesso si sono alternati nella carica. Ultima in ordine di tempo è stata la grande coalizione tra popolari, socialisti e liberali. Accordo che ha ceduto il posto a un vero e proprio duello. Con il liberale Verhofstadt a cercare di inserirsi come terzo incomodo tra Ppe e socialisti, prima di finire azzoppato dalla figuraccia dell'accordo fallito con Beppe Grillo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Gennaio 2017, 21:07
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