Riforme, il Senato approva il ddl. Renzi: "Con il referendum vedremo da che parte sta il popolo"

Riforme, il Senato approva il ddl. Renzi: "Con il referendum vedremo da che parte sta il popolo"

di Mario Landi
ROMA. Il Senato ha votato la sua fine, quasi un gesto autolesionistiche che Renzi definisce storico. Il premier infatti ha detto ieri ai parlamentari: «Il vostro gesto è senza precedenti in Europa». Ribadendo: «Se perdo il referendum lascio la politica, vedremo da che parte sta il popolo». Quindi l'immancabile tweet: «Oggi è il giorno in cui ciò che sembrava impossibile diventa possibile: l'ultimo voto del Senato sulla riforma costituzionale #lavoltabuona».


In Aula Renzi ha ringraziato sia l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano («se non ci fosse stato il suo discorso nell'aprile 2013 non ci sarebbe questa riforma e non sarebbe in piedi questa legislatura») che il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, seduta al suo fianco («straordinaria tenacia e determinazione»).

L'assemblea di Palazzo Madama ha quindi licenziato definitivamente il ddl Boschi in quello che è stato l'ultimo voto sulle riforme istituzionali prima della pronuncia finale della Camera, rimasta la sola a norma della procedura di revisione costituzionale: 180 sono stati i voti favorevoli, 112 i contrari e un astenuto, Ma la maggioranza assoluta è stata superata con il contributo di 17 senatori di Ala, il gruppo di Denis Verdini, le 3 senatrici di Fare!, il movimento di Flavio Tosi, e di due senatori di Fi, Bernabò Bocca e Riccardo Villari, che già in precedenza si erano espressi in questo modo. Ala, con Lucio Barani, ha rivendicato di essere «determinante», mentre i bersaniani, con Miguel Gotor, hanno affermato che questi risultati «aprono la strada a una stagione di trasformismo e annunciano una lunga e profonda palude in cui il Pd non può e non deve smarrire la propria identità riformista».

Il premier ha ringraziato i senatori per essersi «autoriformati», facendo «riguadagnare alla politica la fiducia dei cittadini». E dopo aver ricordato i passi avanti dell'Italia negli ultimi due anni, non ha attribuito al solo governo il merito: «grazie al vostro impegno le cose stanno
cambiando». Il discorso del premier è stato accolto dagli agli applausi ironici dei senatori di M5s e Lega.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Gennaio 2016, 09:54
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