Riforma della scuola, è rivoluzione:
si va verso l’abolizione delle supplenze
di Camilla Mozzetti
IL PRIMO CAPITOLO
Si parte con il capitolo relativo ai precari. «I supplenti - ha spiegato il ministro - non fanno bene a nessuno e questo è un risultato di decenni di scelte miopi». «Servono docenti che si sentano parte di un grande progetto nazionale e occorre curare definitivamente la piaga del precariato». Bene, ma come fare? La ricetta sarà svelata solo il 29 agosto. Certo è che il mondo dell’insegnamento sarà rivoluzionato. Questo è l’obiettivo. Con modifiche contrattuali - e di conseguenza salariali - e un’evoluzione delle carriere per i docenti legata non solo all’anzianità, ma anche al merito.
Il capitolo relativo alle supplenze è uno dei più delicati. Ogni anno il ministero dell’Istruzione, e di conseguenza lo Stato, redige oltre 25 mila contratti di sostituzione tra quelle temporanee e annuali. La spesa complessiva è di circa 700 milioni di euro. Eppure, per l’anno scolastico 2014/2015 le nuove immissioni riguarderanno solo 33.380 persone - 28.781 docenti e 4.599 figure del personale Ata - quando i posti a disposizione per l’insegnamento sono invece 55mila.
LA PROPOSTA
La via più breve per risolvere il problema del precariato, suggeriscono alcuni sindacati, sarebbe dunque quella di coprire tutti i posti disponibili con contratti di ruolo, ma a causa del blocco del turn over è di fatto impossibile assumere nuovi docenti. Sicché l’arma delle supplenze continua a essere usata come tampone. «Un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni», l’ha definito la Giannini - che non ci consente di lavorare se non con l’organico di diritto e di riempirlo attraverso le graduatorie». E allora sembra prender piede l'ipotesi di un passaggio all’organico funzionale, come suggeriscono i sindacati.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Agosto 2014, 11:51