Mattarella: "Renzi congeli le dimissioni fino all'ok della manovra"
Il premier cede alle pressioni del presidente

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di Alessandra Severini
ROMA - Matteo Renzi rimanga al governo fino all'approvazione della legge di bilancio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto questa richiesta al premier, salito al Colle per rassegnare le sue dimissioni dopo l'amara sconfitta referendaria. Renzi ha accettato “per senso di responsabilità”, ma è stato necessario un incontro di oltre un'ora per convincerlo.



La crisi di governo dunque resterà congelata almeno fino a venerdì, il giorno in cui quasi certamente verrà approvata la manovra, con un iter accelerato diretto ad evitare il rischio di esercizio provvisorio. Ma non è detto che anche le opposizioni cederanno alla moral suasion del Quirinale, accettando di velocizzare l'iter della legge di stabilità. Con tutta probabilità, perciò, si apriranno soltanto la prossima settimana le consultazioni per la nascita del nuovo governo.

Che sia un esecutivo politico o tecnico, di scopo o di larghe intese, tutto dipenderà dalle maggioranze che si formeranno alla Camera e al Senato. Per la carica di premier si fanno i nomi dell'attuale ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (il nome più gradito a Bruxelles), del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (sostenuto dai fedelissimi renziani) o del ministro della Cultura Dario Franceschini.

O ancora un governo guidato dalla seconda carica dello Stato, Pietro Grasso, che potrebbe arrivare alla scadenza naturale della legislatura nel 2018. Ma è proprio sulla durata di questo governo che si affastellano i dubbi. I renziani del Pd vorrebbero un governo di scopo di brevissima durata per tornare, dopo la riforma dell'Italicum, alle urne già a marzo o al massimo a giugno. Ma non tutti nel Pd vogliono elezioni così ravvicinate. Anche i sostenitori del No hanno posizioni diverse. Silvio Berlusconi ribadisce che è compito del Partito Democratico “dare vita ad un nuovo governo con il compito di consentire l'approvazione di una nuova legge elettorale” di tipo proporzionale per andare poi al voto.



Diversa la posizione dei 5 stelle che, galvanizzati dal successo referendario, vedono allargarsi la possibilità di salire al governo e chiedono “elezioni subito, con l'Italicum anche per il Senato”. Qualsiasi sarà il nuovo esecutivo non potrà ignorare che il voto del referendum è stato un voto politico. Il No è venuto soprattutto dai giovani e dalle fasce di reddito più basse, un No di insofferenza che va oltre il governo Renzi e si estende a tutta la politica. Pochissime le grandi città dove ha vinto il Sì (Milano, Bologna, Firenze). Fra le Regioni il Sì ha prevalso di misura solo in Toscana, Emilia e Trentino. Nonostante le paure, invece, i mercati non hanno registrato grossi scossoni. Pur mostrandosi nervose ad inizio seduta, le Borse hanno ritrovato presto un loro equilibrio, in attesa dei nuovi sviluppi italiani. Piazza Affari, partita debole con un calo di quasi il 2%, è tornata sulla parità in meno di un'ora per poi accusare una nuova corrente di vendite nel primo pomeriggio, che ha colpito soprattutto i titoli bancari (Bpm e Banco Popolare -7%, Mps -4,2%). Lo spread ha tenuto, chiudendo a 165 punti base.




GRILLO: "C'E' SPIRAGLIO PER GOVERNO M5S" Il responso del referendum ha dato la carica a Beppe Grillo, che in queste ore ha sentito diversi esponenti M5S raccomandando a tutti l'unità. «Ora avanti compatti, niente scherzi - raccomanda il leader ai suoi, raccontano fonti M5S all'Adnkronos - dovete essere uniti, c'è uno spiraglio per andare al governo». È questo il leitmotiv adottato dal leader 5 Stelle, che ha deciso di non piombare a Roma nell'immediato anche per lasciare spazio ai suoi. Domani ci sarà un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari e c'è chi teme che vengano fuori le divisioni, in un momento in cui invece serve massima unità. Anche per questo Grillo, che tutti descrivono entusiasta, non fa altro che invitare i suoi a rimanere compatti. E si dice convinto che il buonsenso prevarrà sulle distanze emerse.

BERLUSCONI: «Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del Capo dello Stato che vigilerà certamente su questa fase delicata con equilibrio e imparzialità.
Siamo certi che il presidente della Repubblica saprà individuare la soluzione più corretta per assicurare agli italiani in tempi brevi la possibilità di votare e di scegliere finalmente, dopo tre governi non eletti, il governo a cui intendono affidare la guida del Paese». Lo scrive in una nota Silvio Berlusconi.


DA FORZA ITALIA "Le strane ipotesi che circolano su un possibile congelamento della crisi del governo Renzi, con l'approvazione accelerata della legge di bilancio grazie addirittura a cosiddette "fiducie tecniche", sono del tutto impraticabili". Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, i cpaigruppo di Forza Italia in Parlamento Paolo Romani e Renato Brunetta.



"Si può lavorare - sottolineano- alla messa in sicurezza di alcuni punti nevralgici della legge di bilancio ma è necessario, perché questo accada, che vengano stralciate tutte quelle parti che riguardano piccoli e grandi finanziamenti di mero sapore elettorale che oggi compongono il testo della legge all'esame del Senato". "Il no al referendum - concludono Romani e Brunetta- è un voto di sfiducia a Renzi e alla sua attività di governo nel suo complesso: giudizio dal quale non può essere escluso l'atto più significativo di ogni esecutivo, rappresentato appunto dalla legge di bilancio".


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Dicembre 2016, 11:31
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