Manovra, Renzi: "0,1% non conta. Vera battaglia è sul futuro della Ue"

Manovra, Renzi: "0,1% non conta Vera battaglia è sul futuro della Ue"
«La Lettera dall'Europa? Quante ne ha mandate l'Europa in questi anni? Almeno a quattro-cinque paesi. Praticamente sempre, è fisiologico». A dirlo è Matteo Renzi, ospite a «In Mezzora» a proposito dell'imminente arrivo di una lettera da parte della Commissione Ue sulla Legge di Bilancio. 

«Non è importante, non è decisivo, lo 0,1% o questa legge di bilancio - aggiunge il premier - L'elemento di discussione con l'Ue è il bilancio europeo dei prossimi anni, noi siamo impegnati in una battaglia storica perché il bilancio Ue tenga insieme diritti e doveri». «Oggi l'Italia dà 20 mld di euro all'Ue, noi diciamo: almeno possiamo iniziare a far sì che quelli che prendono soldi prendono anche i migranti?».

«Siamo assolutamente in regola. C'è un termine, il 20 ottobre, che non è perentorio», spiega a proposito della data di presentazione della Legge di Bilancio alla Camera. «Il termine - insiste - non è perentorio. Dobbiamo presentare la legge a far data dal 20. L'anno scorso l'abbiamo presentata 10 giorni dopo. Quest'anno la presenteremo in settimana». Renzi aggiunge di non aver parlato con la presidente Laura Boldrini che aveva espresso preoccupazione per il ritardo.

«Io spero che la nostra proposta di rimettere in discussione il bilancio europeo e le regole economiche venga portata avanti anche a dispetto del referendum: nel 2017 discuteremo del fiscal compact» che dovrà o meno essere inserito nei Trattati. Quel Fiscal Compact «votato da Monti, Berlusconi, Bersani, nel 2017 arriva alla prova dei fatti». «Spero che tutto il Paese ci sia su questi temi», aggiunge Renzi. «Purtroppo in Ue ragionano solo con i rapporti di forza. Un'Italia forte, un'Italia che ha fatto le riforme in casa propria è più autorevole in Europa», spiega poi. 

Interpellato, alla vigilia del suo incontro con l'Anm, sul possibile sciopero dei magistrati, il premier dice: «Noi abbiamo messo più soldi sulla giustizia, abbiamo fatto il processo digitale.
Che scioperino, ma facciano le sentenze. Io ho chiesto solo le sentenze, chiedo che si vada a sentenza. A me non interessa la giornalata sull' avviso di garanzia».


Quindi il premier affronta il tema dei costi della politica: «Il Pd studierà» il ddl sul dimezzamento degli stipendi, «ma il problema è come si taglieranno questi costi. M5S la butta in corner quando è in difficoltà. La loro proposta nel merito rischia di non funzionare. Perché ai parlamentari anziché dare l'indennità piena non la diamo per le presenza in Aula?». «Di Maio, ad esempio ha il 37% delle presenze in Aula e allora diamogli il 37% delle indennità», sottolinea Renzi che attacca: «I 5 Stelle giocano a fare i puri ma poi sono come gli altri».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Ottobre 2016, 10:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA