Lombardia, l'accusa: "15 anni di tangenti nella
sanità, Guarischi braccio destro di Formigoni"

Lombardia, l'accusa: "15 anni di tangenti nella sanità, Guarischi braccio destro di Formigoni"

di Benedetta Dalla Rovere
Massimo Gianluca Guarischi, al centro di presunto giro di tangenti nella sanit lombarda, era il “grimaldello” che sbloccava finanziamenti della Regione Lombardia, allora guidata da Roberto Formigoni, per acquistare forniture mediche dalla famiglia Lo Presti.





Il tutto, secondo i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, in cambio di mazzette da girare a pubblici ufficiali del Pirellone. Per lui, i pm nel corso della durissima requisitoria, hanno chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi, sottolineando che l'ex consigliere Pdl, con i suoi precedenti penali, non merita le attenuanti generiche. Per l'altro imputato, l'ex dirigente dell'ospedale di Sondrio Luigi Gianola, la richiesta è stata di 1 anno e 6 mesi.



Secondo l'accusa Guarischi, arrestato nel 2013 per corruzione e turbativa d'asta, aveva «un rapporto privilegiato con Formigoni, che ha determinato esborsi da parte sua per una struttura di piacere organizzato» a favore dell'ex governatore. Guarischi avrebbe pagato a Formigoni voli privati su jet ed elicotteri per viaggi e vacanze trascorse, tra il 2009 e il 2013, anche in Sardegna, Croazia e Sudafrica. Anche Formigoni, ora senatore di Ncd, è indagato per corruzione e turbativa d'asta in un filone di questo procedimento, dal quale poi sono nate anche le inchieste su Expo.

Una «vicenda di ordinaria corruzione», che per il pm Gittardi mostra come Guarischi fosse un «intermediario, serio e affidabile come gli imprenditori, che operava grazie alle conoscenze e ai contatti politici». La situazione, però, era ben più grave. «Per 10-15 anni nella gestione della sanità lombarda - ha denunciato in aula il pm - non si potevano concludere contratti per servizi di fornitura se non vi era la disponibilità delle imprese a versare denaro con la presenza di intermediari legati a referenti politici». Per Gittardi «la regola era pagare».



E Regione Lombardia «è stata prona, passiva e neghittosa» nei confronti di questo sistema.

Dal canto suo, Guarischi continua a dichiararsi innocente e tramite i suoi avvocati fa sapere che non è chiaro «chi siano i pubblici ufficiali» che lui avrebbe pagato. È più difficile, spiegano i legali, «difendersi in un processo di corruzione dove non è individuato il corrotto». Nella prossima udienza del 30 ottobre la parola passerà alle difese.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Settembre 2014, 12:03
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