Usura e spaccio, così la 'ndrangheta gestiva tutto: tre arresti

Usura e spaccio, così la 'ndrangheta gestiva tutto: tre arresti

di Salvatore Garzillo
Il boss era in galera ma questo non gli impediva di dirigere gli affari della famiglia, un’azienda dedita allo spaccio e alle estorsioni con interesse mensile del 10 per cento. È stato proprio un colloquio nel carcere di Voghera che ha permesso ai carabinieri di Monza di scoprire che il 43enne Fortunato Bartone reggeva ancora le fila del clan.

Non solo, il pregiudicato che sta scontando sei anni per associazione mafiosa, stava “formando” un suo allievo, l’incensurato Marcello Stagno, 27 anni. Ieri i carabinieri, su mandato della procura di Monza, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Bartone, Stagno e Rocco Gatto, 50enne di Mariano Comense, titolare di una pompa di benzina a Carate Brianza. Sono accusati di far parte di un’associazione che prestava i soldi a imprenditori brianzoli e comaschi in difficoltà. Secondo gli investigatori il contesto ‘ndranghetista di appartenenza sarebbe quello della famiglia Galati di Seregno.

Bartone è residente ufficialmente a Giussano ma è nato a Mileto, in provincia di Vibo Valentia. Bartone, originario di Vibo Valentia ma residente a Giussano, è il più alto in grado nella gerarchia criminale: per questo poteva dare consigli al suo discepolo Stagno direttamente dalla sala colloqui del carcere. Gli spiega come fare pressione sulle vittime, gli suggerisce di informarsi sulla situazione patrimoniale e sull’andamento degli affari e, infine, di scegliere bene il momento in cui presentare il conto: quando il soggetto è più debole e più facile da intimorire. «Rivolgo agli imprenditori e alle vittime l’invito a non esitare a denunciare - ha detto il comandante provinciale dei carabiniri di Milano Canio La Gala - non bisogna avere paura, ma fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura».
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Gennaio 2017, 09:49
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