Riccardo e Chiara, morti in palazzina esplosa: "Vittime innocenti". E l'imputato piange in aula

Riccardo e Chiara, morti in palazzina esplosa: "Vittime innocenti". E l'imputato piange in aula
«I nostri ragazzi, vittime indirette di un conflitto maturato in un circuito domestico di cui erano totalmente estranei, sono innocenti in senso assoluto». È un passaggio di una lettera scritta dai genitori di Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, i due fidanzati marchigiani morti per l'esplosione nella palazzina di via Brioschi a Milano, nel giugno scorso. Lettera depositata stamani nel processo abbreviato a carico di Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario accusato di strage e devastazione per avere svitato il tubo del gas della casa in cui viveva insieme all'ex compagna Micaela Masella, anche lei morta a causa della deflagrazione, e alle due figlie piccole, rimaste gravemente ustionate.

«Assoluta - è scritto nella lettera letta in aula da Valeria Attili, avvocato dei coniugi Magnamassa - è l'ingiustizia che hanno subito, assolutamente ingiustificabile la loro perdita». Pellicanò, presente in aula, è scoppiato in lacrime durante la lettura. Il legale di parte civile ha chiesto un risarcimento di 1,2 milioni per genitori e fratello di Chiara. «Riccardo e Chiara - continuano i genitori nella lettera - sono stati vittime innocenti due volte: una prima volta, perché hanno subito violenza in modo assolutamente passivo, inconsapevole e indifeso. Una seconda volta, perché sono stati completamente estranei alla vicenda criminosa». In un altro passaggio della lettera, i genitori dei due ragazzi affidano alcune domande alla «giustizia».



«Vogliamo - scrivono - tenere a distanza la rabbia, compagna inseparabile della nostra vita ferita a morte, e ancora di più ogni torbida voglia di vendetta», ma - si chiedono quindi - «perché i nostri figli hanno dovuto pagare un prezzo così atroce e irreparabile per una storia che non è, e non è mai stata, nemmeno per un istante, la loro storia?». Nell'udienza di oggi, ancora in corso, la parola passerà alla difesa dell'imputato (la sentenza è prevista per lunedì prossimo). Pellicanò, che ha scelto il rito abbreviato con lo sconto di un terzo sulla pena, ha confessato di avere svitato i tubi del gas provocando così l'esplosione. Un gesto che, secondo una perizia disposta in sede di indagini preliminari dal gip, sarebbe stato provocato da un «vizio parziale di mente» dell'uomo.

Il pm Elio Ramondini, secondo il quale il 54enne va condannato all'ergastolo, ha chiesto al giudice Chiara Valori di non tenere in considerazione questa valutazione della perizia psichiatrica perché, a suo dire, non sta in piedi. E lo dimostrerebbe, tra l'altro, il fatto che lui «si è protetto» con un materasso, «ma non ha protetto sua figlia minore che era di fianco a lui». Ecco perché, secondo l'accusa, l'uomo, in cella da quasi un anno e anche oggi in aula, deve essere condannato all'ergastolo e l'unico sconto di pena possibile, a detta del pm, sarebbe per lui l' esclusione dell'isolamento diurno.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Giugno 2017, 14:25
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