Rapine a Milano, tre arresti: sono giovani di Quarto Oggiaro ossessionati da 'Gomorra'
di Salvatore Garzillo
L'indagine dei pm Luigi Luzi e Andrea Fraioli è stata chiamata The mask perché i banditi coprivano i volti con particolari maschere in lattice. Le compravano su internet stando attenti a non lasciare tracce, facevano irruzione in banca con pistola e fucile ed erano pronti a tutto. «Te lo dico io che non uso mai la testa, per farti capire io vado alla kamikaze», diceva uno degli arrestati a un complice per spiegare il suo modus operandi.
Il bottino quantificato è di oltre 200mila euro, i soldi sono stati spesi al casinò di Campione, per comprare auto e per acquistare piccoli carichi di droga da rivendere all'ingrosso. Per capire la personalità dei tre basta descrivere Yari e il suo tatuaggio sulla tempia: «A capa mia nun è bona», letteralmente «la mia testa non funziona bene».
Il comandante provinciale La Gala li ha definiti «personaggi spietati» ed appare evidente in un'altra intercettazione in cui uno dei rapinatori parla della fuga dopo un colpo e della fortuna per aver evitato un omicidio: «Io così ho fatto l'incidente a Bonola. Sorpassato l'autobus acchiappando la vecchia, meno male che non è morta». E il compagno risponde: «Ma sì, che c... te ne frega, anche se moriva!».
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Giugno 2017, 09:01
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