Parisi ancora contro Salvini: "Unioni civili?
Se sarò sindaco, applicherò la legge"
di Elisa Straini
«Non esiste per un sindaco l'obiezione di coscienza, un sindaco deve rispondere ai cittadini e amministrare la città applicando le leggi», ha commentato ieri Parisi. E poi, ancor più netto ha tenuto a precisare: «A Milano se sarò eletto comanderò io e faremo quello che bisogna fare, cioè rispetteremo la legalità».Le parole del candidato di centrodestra non sono piaciute per niente a Matteo Salvini: «Se a Milano in tanti voteranno Lega, Parisi dovrà tenere in considerazione il parere della Lega» ha attaccato il segretario del Carroccio nel pomeriggio, ospite di Lucia Annunziata su Raitre. La controreplica, a distanza, del candidato sindaco non si è fatta però attendere ed è arrivata in serata, durante un dibattito organizzato proprio in un circolo gay-lesbo di via Lecco: «I leader politici fanno bene a esprimere le proprie idee, ma chi è a capo di un'amministrazione deve applicare la legge», ha ribadito Parisi senza nessun ripensamento e confermando anche che se venisse eletto concederebbe il patrocinio del Comune sia al Gay Pride che al Family Day senza però prendere parte né all'uno né all'altro.
Quello sulle unioni civili è solo l'ultimo terreno di divisione fra i due, dopo la divergenza di vedute sulle moschee e quella sulla presenza nella lista del Carroccio per il Municipio 8 di un giovane esponente di un gruppo neo fascista. «Diventa sempre più chiaro che il progetto moderato di Parisi è fallito e affonda giorno per giorno sotto le dichiarazioni incivili e fuori dal tempo di Salvini e della Lega», il commento del candidato sindaco del centrosinistra Giuseppe Sala.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Maggio 2016, 09:37
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