Milano, Parisi contro Salvini: "Non voglio
quel fascista in lista, spero non sia eletto"
di Simona Romanò
Non ci sta Parisi, che ha risposto a muso duro, ieri ai microfoni Radio Popolare: «Mi auguro che questo ragazzo non sia eletto. È antisemita e fascista e nel mio lavoro non può trovare spazio. La Lega lo ha inserito prepotentemente. Rimane comunque il rapporto tra Pavesi e alcune frange leghiste. E questo danneggia molto la Lega, ma in parte anche noi». L'apertura a Pavesi aveva già scatenato lo sdegno, soprattutto dopo le foto, pubblicate su alcuni siti di destra, che ritraggono il 25enne in prima fila - sull'attenti e con addosso la felpa nera - alla parata, organizzata il 25 aprile 2015 al campo X del Cimitero Maggiore, per rendere onore ai caduti della Repubblica sociale, quale risposta neofascista al corteo della Liberazione.
La questione era stata velocemente liquidata dal leader del Carroccio Matteo Salvini: «Se l'accusa è quella di essere di destra o di estrema destra non capisco dove stia il fondamento. Anche io lo sono, secondo la maggioranza dei giornalisti». Le liste sono ormai depositate. È innegabile, a questo punto, il disappunto di Parisi, che proprio lo scorso 25 aprile ha partecipato alle manifestazioni insieme alla Brigata Ebraica commentando: «I neofascisti dovrebbero stare a casa perché hanno sbagliato». Il caso Stefano Pavesi infiamma la campagna elettorale, con il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala che stuzzica: «Se Stefano Parisi diventasse sindaco ci racconterà che i suoi alleati sono prepotenti?». In ostaggio della Lega? «È l'unica argomento da mattina a sera», contrattacca mister Confindustria.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Maggio 2016, 10:15
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