Nathan, ebreo ortodosso, accoltellato in strada.
Caccia all'aggressore, indaga l'antiterrorismo
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MILANO - Mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza su «obiettivi ebraici e riconducibili allo Stato di Israele», è caccia all'uomo che ieri sera ha accoltellato Nathan Graff, un ebreo di 40 anni, in via San Gimignano a Milano. Un gesto che alcuni esponenti della comunità ebraica milanese mettono in relazione all«intifada dei coltelli' che sta insanguinando Israele. Ma è ancora da chiarire il movente di un'aggressione che non ha avuto alcuna rivendicazione. Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sollecitato a un »impegno a raddoppiare la vigilanza e la prevenzione, che va sempre costantemente rafforzata«. Mentre hanno espresso la loro solidarietà alla comunità ebraica milanese e alla vittima rappresentanti di diverse forze politiche e delle istituzioni, tra cui il premier Matteo Renzi che ha manifestato »profonda vicinanza alla persona colpita«. E il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha sottolineato che »questo fatto gravissimo non può e non deve rimanere impunito«. Gli investigatori stanno vagliando quindi diversi ipotesi, tra cui quella di un'azione a sfondo razziale o politico, e cercano elementi concreti a riscontro. Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, che coordina il pool anti-terrorismo della Procura di Milano, ha aperto un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di tentato omicidio volontario. Senza contestare, al momento, l'aggravante dell'odio razziale in attesa che si concludano i primi accertamenti. Gli agenti della Digos di Milano, intanto, hanno raccolto testimonianze e stanno esaminando i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona dove è avvenuto l'episodio, nel cuore di un quartiere abitato e frequentato da ebrei, dove si trova anche la casa di Graff. Riprese che potrebbero essere determinanti per identificare l'aggressore: un uomo dalla pelle e dai capelli chiari, che ha sorpreso Graff alle spalle, senza pronunciare alcuna frase, e lo ha colpito con sette fendenti, ferendolo alla schiena, al volto, al collo e al braccio. Poi è fuggito a piedi, verso la fermata della metropolitana di Bande Nere. L'uomo potrebbe essere stato aiutato nella fuga da alcuni complici, anche se finora l'ipotesi non ha trovato conferme. Sono sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori, quindi, anche la vita privata e le conoscenze di Graff, descritto dagli amici come una persona »tranquilla e senza particolari problemi«.