Migranti, emergenza sempre più grave: preoccupano i casi di influenza
di Simona Romanò
Non è emergenza sanitaria, ma c’è grande preoccupazione perché ora - dopo 4 mesi di flussi incessanti - il sistema dell’accoglienza non riesce più ad affrontare le ondate di arrivi. All’hub si accettano da due notti, in via prioritaria, le donne e i bambini. Da domenica si viaggiava a quota 730 persone ospitate. E, dopo l’invito dei sanitari di abbassare il numero, gli operatori hanno compiuto un piccolo miracolo: la notte scorsa, infatti, hanno dormito nei locali vicino la Stazione Centrale 363 profughi; di questi, 70 erano uomini e i restanti erano mamme con minori. «Abbiamo dimezzato il numero potenziando gli altri centri, come l’ex Palasharp», spiega Alberto Sinigallia presidente di progetto Arca.
È stata riaperta l’ex biblioteca, attrezzata con brandine, di via San Marco, mentre è già piena l’ex caserma di via Corelli con i 200 posti. Così, mentre l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino chiede che «la prefettura intervenga in tempi rapidi per alleggerire la presenza dei profughi a Milano» crescono i timori sul fronte sanitario. A smorzarli è Ciconali: «La situazione è sotto controllo. I casi di scabbia sono identificati e trattati rapidamente. Per la varicella provvediamo a vaccinare le fasce a rischio, come le donne in età fertile e per la tubercolosi effettuiamo il test per diagnosticarla».
Preoccupato l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera, ieri all’hub: «I locali sono inadeguati. I letti sono accatastati e i bagni sono insufficienti. L’ambulatorio visita i profughi che dormono all’interno, ma non riesce a garantire assistenza per quelli che stanno all’esterno».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Ottobre 2016, 09:30