Pd boom in Lombardia, Maroni sotto assedio:
"Non mollo, la colpa è di Parisi"

Pd boom in Lombardia, Maroni sotto assedio: "Non mollo, la colpa è di Parisi"

di Elisa Straini
Dopo le vittorie del centrosinitra nelle Comunali di Milano e Varese, il Pd punta a Palazzo Lombardia. Nel 2018 quando scadrà il mandato di Maroni, ma anche prima. Per i democratici infatti il governatore dopo la batosta elettorale deve dimettersi. Lui però rimanda al mittente la richiesta e rilancia confermando di volersi candidare per un secondo giro alla guida della Regione.

L'attacco al governatore è arrivato ieri dal segretario regionale Pd Alessandro Alfieri che ha messo sul tavolo la nuova geografia politica della Lombardia uscita dalle amministrative - con tutti e 12 i capoluoghi ora guidati dal centrosinistra - ed ha ricordato che era stato proprio Maroni a «politicizzare la sfida di Milano». «Aveva detto che se Renzi avesse perso qui sarebbe dovuto andare a casa, ora vale il contrario». Ma non solo. Secondo Alfieri infatti «la sconfitta a Milano certifica il fallimento del modello di centrodestra lombardo promosso da Maroni». Un modello che «mette assieme tutto e il contrario di tutto, da Alfano a Salvini», ha ironizzato e che «Maroni ha tentato di esportare a Varese prendendo un doppio schiaffo visto che al primo turno ha preso poche preferenze e poi ha perso». Quindi, è la sua conclusione, «se gli rimane un minimo di coerenza politica deve lasciare il campo».

La risposta del governatore non si è fatta attendere: «Queste sconfitte a Milano e a Varese mi riempiono di maggiori responsabilità sono state le sue parole - adesso sul piano istituzionale resto sostanzialmente l'unico rappresentante del centrodestra di un certo livello in Regione Lombardia, quindi la bandiera devo tenerla alta». Tra i due litiganti ci si è messo anche il M5S. «Non capiamo che cosa abbia il Pd da festeggiare visto la sonora batosta nazionale che ha preso», hanno commentato. Quanto a Maroni, i pentastellasti sono d'accordo sul fatto che «dovrebbe fare un bel passo indietro», ma l'alternativa, sostengono «è solo Cinque Stelle».

MARONI ATTACCA PARISI A giochi conclusi Roberto Maroni si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Il modello Lombardia con la coalizione di centrodestra allargata da Ncd alla Lega come quella che lo sostiene in Regione non è in discussione, sostiene. Sulla sconfitta a Milano, secondo lui, ha pesato piuttosto la presa di distanza di Stefano Parisi dai partiti.
«Io sto ai fatti - ha detto ieri il governatore - il modello Lombardia con un candidato come il sottoscritto, politico che riconosce la forza dei partiti, ha vinto; con uno che spara addosso ai partiti invece ha perso». Poi il messaggio diretto all'ex candidato che più di una volta in questi mesi si è dissociato dal Carroccio su temi come moschea e unioni civili. «Se tu candidato di una coalizione dici non voglio i partiti e attacchi i partiti, non puoi pretendere poi che la coalizione sia vincente». Ma nel mirino del governatore è finito anche l'ex sindaco Albertini: «Fare un tweet, due giorni prima del ballottaggio per dire che la Lega non conta niente - ha commentato sarcarstico - è stata una genialata».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Giugno 2016, 09:22
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