Coppia dell'acido, Alex aveva un ruolo di dominio:
"Voglio un figlio maschio, se è femmina la buttiamo"

Alex choc: "Voglio un figlio maschio, se è femmina la buttiamo"
Una conversazione choc quella tra Alexander Boettcher e Martina Levato avvenuta pochi giorni prima che i due gettassero l'acido sul volto di Pietro Barbini.

Nello scambio di messaggi, come riporta il settimanale "Giallo" trovati sul cellulare dell'uomo si evidenzia il suo ruolo di dominio nella coppia. «Ma se piaci a me, va bene no? Voglio un figlio, che altro vuoi? E se è femmina non sarei orientato per tenerla», così diceva l'uomo che ha provato a convincere i giudici di essere, insieme alla compagna un bravo genitore. Il piccolo, nato lo scorso 15 agosto, è stato affidato a una casa famiglia.

Questo lo scambio di battute tra i due:
A: «Se facciamo il piccolo poi lo tengo io ne abbiamo già parlato».
M: «Sì certo, lo na-scondi a casa tua?».
A: «No, na-scosto mai, lo introduco, se poi è indesiderato me ne vado con lui».
M: «E io non posso vederlo? E se è femmina abortisco no?».
A: «Eh ci devo pensare, non sarei orientato per tenerla».
M: «So che non vuoi una femmina, preferisci buttarla figurati ho capito la tua posizione».
A: «Buttarla? Al massimo libero spazio per il maschio…».

L'uomo era pronto, stando alla chat a uccidere il bambino se fosse nata femmina e più volte ribadiva la possibilità di un aborto nel caso in cui fosse emerso che non era un maschietto. Una scelta barbara per qualunque uomo, certo ancor di più per chi si è definito davanti ai magistrati un bravo genitore.
Martina e Alex hanno chiestio rispettivamente l'affido esclusivo del piccolo denfinendosi l'un l'altra non idonei al ruolo di genitori.

Dalle chat emerge poi che anche la stessa Martina sarebbe stata marchiata da Alex: «Ti venero proprio, ti venero come un dio, imparo da te e ti ringrazio ogni giorno di permettermi di starti accanto...il marchio per me è un onore, non è una punizione... ma se ti fidanzi mi uccido». Alex le risponde: «Sei solo la mia... non avanzare pretese io non ti amo...». E poi: «A tutti devi dire mi ha mar-chiato Alexander, lui marchia le donne come il bestiame e io sono la sua vacca... perché sei la mia vacca hai capito?».

Le aggressioni di Alex a Martina. «Non sono mancate delle cinghiate, neppure sono mancati schiaffi, venivo sottoposta a infinite ore di interrogatorio perché lui voleva conoscere ogni dettaglio di quelli che secondo lui rimanevano imperdonabili tradimenti».

Lo scrive Martina Levato, la giovane condannata a 14 e 16 anni di carcere nei due processi sulle aggressioni con l'acido, nel memoriale di sei pagine depositato oggi ai giudici che stanno processando l'ormai ex amante Alexander Boettcher. Nel manoscritto Levato parla anche delle «infinite» prove «d'amore» che «dovevo dare: marchiature, tatuaggi, incisioni, assistere a rapporti con altre donne, accettare pratiche di dominazione sessuale e offese continue».

E fa riferimento alle «violenze viste nei video» ormai noti e mostrati in aula. Inoltre, racconta che lui «voleva e doveva essere il mio unico punto di riferimento al punto che mi costringeva a chiamarlo 'papà', eh sì perché andavo rieducata dal momento che avevo peccato tradendolo, cosa per lui paragonabile ad un lutto».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Marzo 2016, 20:21
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