Case popolari, cambiano le regole: polemica
sull'anzianità lombarda voluta dalla Lega
di Elisa Straini
Cambiano le regole per gli alloggi popolari in Lombardia. Il Consiglio regionale ha infatti approvato ieri, con i voti del solo centrodestra, la nuova legge per le politiche abitative. Tutti principi, quelli contenuti nel provvedimento, che dovranno trovare ora applicazione nei regolamenti della Giunta e che (questa almeno è l'intenzione) mirano a favorire un accesso più rapido agli alloggi e migliori standard di servizio. I vecchi bandi saranno dunque sostituiti da avvisi pubblici e da una piattaforma informatica regionale dove presentare la richiesta.
Vengono poi introdotti il criterio del mix abitativo, con assegnazioni fatte in modo da favorire l'integrazione sociale ed evitare edifici ghetto, e il principio di decadenza. I contratti di locazione saranno cioè temporanei e rinnovabili, ma ci sarà una verifica annuale dei requisiti in modo che negli appartamenti non restino ad oltranza persone che non ne hanno più diritto. Per i requisiti per l'assegnazione invece resta l'obbligo della soglia minima di 5 anni di residenza in Lombardia, ma viene aggiunto il criterio della maggiore anzianità di residenza come elemento premiante in caso di punteggio uguale.
Critica l'opposizione con Pd, Patto Civico e M5S che hanno votato contro.
E mentre in Aula si discuteva e si votava fuori dal Pirellone è andata in scena anche la protesta dei sindacati degli inquilini - rimasti in sit-in pacifico per tutta la giornata - e il breve blitz di un gruppetto di antagonisti che è riuscito a scavalcare i cancelli e a portare sul piazzale del grattacielo sacchi di spazzatura pieni di macerie indirizzati «a chi da anni distrugge l'edilizia pubblica».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno 2016, 09:28
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